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Palermo: Dov'è Dio?

Presentazione del libro di Julián Carrón

Il Centro Culturale "Il Sentiero" in collaborazione con la Facoltà Teologica di Sicilia ha organizzato la presentazione del libro “Dov'è Dio? La fede cristiana al tempo della grande incertezza. Una conversazione con Andrea Tornielli" di Julián Carrón (Piemme Edizioni, 2017).

Sono intervenuti
Costantino Esposito, professore di Storia della Filosofia all'Università di Bari
Gianbattista Tona, magistrato
don Massimo Naro, professore di Teologia Sistematica alla Facoltà Teologica di
Sicilia

Ha moderato
Salvatore Taormina, responsabile diocesano di Comunione e Liberazione

Cronaca dell'incontro
Dov’è Dio? La fede cristiana al tempo della grande incertezza
Presentazione del libro di Julián Carrón a Palermo, lo scorso 17 maggio
«Com’è andata la presentazione del libro?» mi chiede Peppe dispiaciuto per la sua assenza. Se si fosse trattato di una delle innumerevoli presentazioni di romanzi, racconti e poesie, non avrei avuto alcuna difficoltà nel rispondere. «Bene, l’autore molto bravo, anche se un po’ noioso e autoreferenziale».
Ma come fare a dire della presentazione tenutasi presso l'Aula Magna della Facoltà Teologica di Sicilia? Per alcuni si sarà trattato di un pomeriggio, certamente particolare, trascorso nell’ascolto di parole che, dichiaratamente o quasi con una frizione, sembravano celare un sussurro. Per altri, forse, sarà stato un evento, un accadimento.
“Dov’è Dio?” è il titolo scelto per la conversazione tra il vaticanista Andrea Tornielli e il presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, Julián Carrón, recentemente pubblicata per Edizioni Piemme. Si tratta di un libro-intervista in cui i due interlocutori, attraverso un crescendo di questioni, dubbi e abissi, cercano di comprendere il significato e la possibilità dell’incontro cristiano nel mondo della scristianizzazione e della secolorizzazione. A guidare la scoperta di alcune riflessioni poste tra le pagine del libro, giovedì 17 Maggio a Palermo, gli sguardi di Massimo Naro (docente di Teologia Sistemica alla Facoltà teologica di Sicilia), di Giovanbattista Tona (giudice del tribunale di Caltanissetta) e di Costantino Esposito (professore ordinario di Storia della filosofia dell'Università di Bari).

A cambiare è innanzitutto, ha fatto notare Massimo Naro, il profilo del discorso teologico: a partire dal titolo si compie un radicale spostamento dell’eterno quesito su Dio, dal quid all’ubi, forse a sancire un’accettazione della Sua esistenza, quell’esistenza che- ripete più volte Carrón- si è fatta visibile nella storia affinchè noi potessimo vedere.
È a partire dallo sguardo che il cristianesimo può e deve, nell’epoca appunto “della grande incertezza”, mostrare e riscoprire le sue origini, rivelando la natura religiosa di valori considerati, a partire dall’età dei Lumi, naturali. Questi, separati dalla carne che li ha generati, adesso, sotto il peso delle nuove dinamiche storiche, sembrano del tutto perduti, confermando il fallimento della visione su cui il progetto settecentesco si è mosso.

Il rapporto con la realtà non può essere limitato a ciò che essa superficialmente e immediatamente comunica. Costantino Esposito, ricordando le parole di Ratzinger, ha sottolineato la perdita -si potrebbe dire- del “sensorio”, cioè della capacità di accogliere attraverso- e quindi per mezzo- la totalità del sentire ciò che si pone come un invito o come una sfida. Una fede ridotta a conoscenza intellettuale, a un rapporto unilaterale con un Dio morale di kantiana memoria, non può destare lo stupore e l’attrattiva su cui lo stesso cristianesimo si è fondato. Lo sguardo che il cristiano rivela è, e dovrebbe essere, quello di San Paolo sulla via di Damasco o quello di Zaccheo, cioè uno sguardo che sovrabbonda di gratitudine perché eco dello sguardo di un Altro. Solo cogliendo se stessi, le proprie luci e le proprie miserie, entro un rapporto eccedente, si può riuscire a percorrere il buio senza perdizione o paura, nella consapevolezza e nell’attesa di quella misericordia che sempre ci guarda e ci crea. Nel momento in cui quel rapporto viene negato o taciuto, ha ricordato il giudice Tona, si perde la possibilità di compiere una giustizia autentica, che non eluda quell’eccedenza, che non si faccia mera applicazione di procedure.

Numerose le ferite sul cui solco, durante l’incontro, Salvatore Taormina- responsabile diocesano di Comunione e Liberazione- ha chiesto ai relatori di fare, in qualche modo, luce.
Un incontro che certamente è andato oltre il semplice dialogo riportato nel testo, oltre le stesse parole degli intervenuti e l’ascolto dei convenuti. Non si tratta di negare le incertezze e le crisi del nostro tempo, ma mostrare la possibilità di uno sguardo diverso, di uno sguardo cristiano perché con e verso Cristo. Un incontro che ha chiesto a ciascuno di guardare e di guardarsi, per scoprire e testimoniare la fede come “apertura energica a una Presenza”, a quel Dio che, riprendendo le parole di Costantino Esposito, si chiede dove sia l’uomo, mentre attende fiducioso il suo libero sì.
(Carola D'Andrea, Centro Culturale "Il Sentiero")


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