Eventi
Rapallo (Ge): Russia 1917. Il sogno infranto di "un mondo mai visto"
Mostra itineranteIl Centro Culturale "J.H. Newman" in collaborazione con "Accademia Culturale Rapallo" ha organizzato l'esposizione della mostra dal titolo Russia 1917. Il sogno infranto di "un mondo mai visto".
Nello scorso gennaio Rapallo ha ospitato nel suo bel Castello sul mare, posto a difesa della città dalle incursioni dei Saraceni all’inizio del 1500, la mostra del Meeting :“Il sogno infranto di un mondo mai visto” sulla rivoluzione russa del 1917.
Quella che poteva sembrare un’idea singolare o per pochi, proporre una mostra su avvenimenti storici di cento anni prima, su di un mondo e un’idea della realtà che ha inciso così a lungo sulla vita di tanti milioni di persone, ma che ora appartiene sostanzialmente al passato, si è rivelata un’esperienza che ha coinvolto nel suo farsi tante persone, chi in modo più diretto e chi solo come visitatore.
La mostra è stata visitata da oltre duemila persone in circa dieci giorni, considerando l’apertura di sola mezza giornata e in un periodo post natalizio sempre non molto vivace, ma evidentemente un po’ il luogo suggestivo che incuriosisce anche solo per gettare un occhio, un po’ la reale bellezza della mostra, hanno rappresentato fattori determinanti
Ma il fattore più importante e decisivo è stato guardare chi “era” la mostra, i vari nostri amici che si sono alternati a fare da guida, da custodi o solo per guardare gli altri che accompagnavano le persone in visita o i gruppi scolastici
Molti dei commenti scritti a fine visita hanno infatti colto la passione e la verità comunicata in questi brevi incontri, alcuni sono stati colpiti da un punto di vista sulla rivoluzione che non avevano mai conosciuto, qualche russo che aveva vissuto in prima persona il regime comunista ci ha ringraziato per la verità di quanto esposto, tanti infine hanno ringraziato per la possibilità di stare di fronte ad un giudizio serio, documentato, vissuto come una possibilità per loro.
Ci ha accompagnato in questo lavoro una consapevolezza che cresceva nel fare, nell’incontrarsi prima a preparare i vari pannelli, nell’ approfondire il perché ci interessava proporre la mostra, la nostra era un’iniziativa di popolo mosso da un ideale, non più solo da un’intuizione: sperimentare il giudizio della fede come apertura ad uno sguardo nuovo su avvenimenti di un secolo prima che visti in questa luce interrogano oggi la nostra libertà e responsabilità.
Ha scritto un nostro amico: il lavoro sulla mostra mi ha permesso di rifare mia la coscienza che il divino abita nella storia millenaria della Chiesa, non un’ ideologia o un’ idea filosofica possono sostenere la vita di un uomo o delle generazioni per molto tempo e di questa riscoperta sono grato a questo lavoro.