Cucciago (Co): La radice umana della crisi ecologica

Presentazione Enciclica di Papa Francesco


Il Centro Culturale “Luigi Padovese”, in collaborazione con “l’Unità Pastorale Cucciago-Senna (Co)”, ha presentato il primo incontro della serie “Credere per vivere” sull’Enciclica di Papa Francesco, dal titolo: “Laudato sì: la radice umana della crisi ecologica”.

Sono intervenuti
mons. fra Paolo Martinelli, vescovo ausiliario di Milano
Franco Binaghi, dirigente settore ecologia e ambiente della provincia di Como

Cronaca dell’evento
La lettera enciclica Laudato si’ di Papa Francesco è un profondo inno alla vita e un appello realista per l’urgente salvaguardia della «nostra casa comune» rivolto a tutti. Cosa ha spinto il Papa a redigere un’enciclica sull’ecologia?
Nell’ introduzione il Papa rivolge il suo «invito urgente» a rinnovare il dialogo «sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta» nell’esercizio della sua responsabilità. La fede infatti c’entra con tutte le questioni e diventa cultura, intelligenza sulla realtà. E la realtà è buona, perché è segno del mistero di Dio. La Bibbia «insegna che ogni essere umano è creato per amore, fatto ad immagine e somiglianza di Dio». «Noi non siamo Dio. La terra ci precede e ci è stata data», scrive Francesco, affermando che l’invito a «soggiogare la terra» contenuto nel Libro della Genesi non significa favorire lo «sfruttamento selvaggio» della natura. Siamo chiamati «a riconoscere che ogni «creatura è oggetto della tenerezza del Padre, che le assegna un posto nel mondo», per questo il ruolo dell’uomo è primario nel Vangelo della Creazione. Il cristianesimo, perciò, è la cura e non la causa della ferita all’ambiente, come sostengono alcuni. Ferita, la cui origine sta nel non riconoscere il personaggio principale dell’insegnamento biblico sulla creazione: Dio.
Qual è la situazione dell’ambiente oggi nella nostra provincia?
Dopo il disastro degli anni ’50 e ’60, la situazione è migliorata. Nel ’70 e ’80 vengono promulgate le prime leggi sulla tutela ambientale e cresce la sensibilità dell’opinione pubblica. Ma la ferita alla nostra “casa comune” è ancora lungi dall’essere rimarginata. In realtà, i tentativi di risolvere le varie situazioni sono spesso fallimentari perché ci si focalizza su un particolare, che diventa orizzonte dell’agire, mentre i problemi si evolvono a catena e travalicano l’ambiente in quanto tale, diventando anche problemi sociali che riguardano l’umano. Perciò l’analisi dei problemi ambientali è inseparabile dall’analisi dei contesti umani, familiari, lavorativi, urbani, e dalla relazione di ciascuna persona con sé stessa. Viene documentato ciò con una sequenza di immagini che dimostrano indifferenza o addirittura ipocrisia e malvagità nei confronti di altre creature o anche persone che vivono in situazioni limite in territori colpiti da guerre o da miseria.
Serve una «conversione ecologica», dice il Papa, per una ecologia integrale: la salvaguardia dell’ambiente non può essere disgiunta dalla giustizia verso i poveri e dalla soluzione dei problemi strutturali di un’economia che non è attenta ai bisogni di tutti.
Ma allora la crisi ambientale è una crisi antropologica?
Sì, perché si è persa la coscienza che la realtà è dono e noi non ne siamo i padroni. Allora lo stupore è sostituito dal calcolo. L’uomo stesso finisce per diventare esperimento di sé stesso (DNA e manipolazioni genetiche). Si “spreme” la realtà alla ricerca di quella felicità che la realtà, da sola, non ci può dare. E si crea “disordine”, disequilibrio. Diventa indispensabile recuperare le domande etiche fondamentali.
Il modello di San Benedetto è ancora attuale?
Il modello di San Benedetto si fonda sul trinomio “culto – cultura – coltivazione”, che è un po’ la sintesi di quanto detto. L’ecologia integrale richiede «un atteggiamento del cuore, che vive tutto con serena attenzione», che benedice tutto e che è di tutto grato.



Data

Venerdì 23 Ottobre 2015 ore 21:00

Luogo

Oratorio Centro Parrocchiale Sant’Arialdo, via Cantù 2, Cantù (Co)