Udine: Gesù di Nazaret

Presentazione del libro di Benedetto XVI con Filippo Belli e Pietro Barcellona


Don Filippo Belli, esegeta, e Pietro Barcellona, pensatore acuto e fuori dagli schemi, presenteranno il libro che il Papa ha recentemente pubblicato su Gesù di Nazareth.

C’è una domanda cruciale che Benedetto XVI ha posto con forza in questo periodo (con particolare chiarezza in occasione del suo viaggio in Germania): abbiamo bisogno di Dio o si può vivere abbastanza bene anche senza di Lui? Abbiamo bisogno di voltarci (conversione) a guardare quest’uomo (Gesù) che passa per le nostre strade e di seguirLo, anche se il Suo volto e le strade che ci propone non sono quelle che ci saremmo aspettati, o tutto sommato una strada o l’altra fa lo stesso, purchè siamo animati da buone intenzioni?
Credo sia la sua personale e motivata risposta a queste domande che ha spinto Joseph Ratzinger – Benedetto XVI a scrivere il libro Gesù di Nazaret (di cui ha pubblicato due volumi) e, sulla stessa linea, a indire l’anno della fede: fede nel Dio di Gesù Cristo.
Oggi sembra che molti vivano su questo tema una grande confusione che coinvolge anche parte della ricerca esegetica sul Nuovo Testamento: “[…] l’impressione che, comunque, sappiamo ben poco di certo su Gesù e che solo in seguito la fede nella sua divinità abbia plasmato la sua immagine […] Una simile situazione è drammatica per la fede perchè rende incerto il suo autentico punto di riferimento: l’intima amicizia con Gesù, da cui tutto dipende, minaccia di annaspare nel vuoto.” (vol. I, pag. 8). Questa incertezza alla fine pervade tutto: sappiamo moltissimo su moltissime cose, ma non c’è un punto a cui sia possibile ancorarsi stabilmente. E questo punto “da cui tutto dipende” è “l’intima amicizia con Gesù”. La prima sfida che Joseph Ratzinger – Benedetto XVI ci lancia è questa pretesa: è come se dicesse “mi interessa andare a fondo di questa sfida (possiamo conoscere Gesù?) perchè questo è l’unico punto che può sostenere tutto il resto, non ce ne sono altri”. Seguendolo in questo percorso possiamo misurarci con l’annuncio del cristianesimo: la pretesa di Gesù di Nazaret di essere Lui quello che il cuore di tutti gli uomini attende; pretesa della Chiesa di essere il luogo della presenza di Gesù oggi (…ha costituito la Chiesa, perché sia per tutti e per i singoli sacramento visibile della salvezza [cfr. L.G. 9]). Ne abbiamo bisogno solo noi cristiani, per una nostra strana predisposizione, o la confusione di oggi documenta che senza Uno che risponde veramente a tutta la domanda, l’attesa e al bisogno dell’uomo, i nostri tentativi di “fare da soli” costruiscono solo una Babele?
La seconda sfida è una sfida di metodo: “[…] La vera disputa dovrà quindi occuparsi della domanda se i testi neotestamentari – letti in modo giusto – ci rivelino un concetto di espiazione accettabile anche per noi, [la parola espiazione indica come ogni uomo è salvato: “ora, in Cristo Gesù, voi che allora eravate lontani siete stati avvicinati mediante il sangue di Cristo” (Efesini 2:13)] a condizione che siamo disposti ad ascoltare interamente il messaggio che lì ci viene incontro. […]” (vol. II, pag. 137). Non ci chiede di rinunciare alla nostra ragione, al rigore delle nostre ricerche, ma di essere disponibili ad ascoltare risposte diverse da quelle che avremmo già previsto (e che quindi alla fine non aggiungono nulla a ciò che già sappiamo). Avere bisogno di Lui vuol dire che basta affermare che c’è o che occorre riconoscerlo e seguirlo?
Questa sfida radicale viene lanciata da Joseph Ratzinger – Benedetto XVI secondo il suo stile: non grida, non offende, accoglie, con intelligenza, umiltà e pacatezza, tutto ciò che di buono chiunque può portare, senza censurare niente, cercando sempre di far emergere e di seguire il vero. Per questo seguirlo in questo percorso vale la pena: può aiutare ciascuno di noi a spalancare la ragione e ad aprirsi a una esperienza personale più vera. Dentro la confusione di oggi, questo uomo mite è come uno che accende un lumino nel buio e comincia a camminare perché grazie a quel lumino può vedere dove è il sentiero e dove il fango della palude; con questa piccola luce ci conduce a quello da cui tutto dipende: l’intima amicizia con Gesù. E’ di questo che abbiamo bisogno, non per la crisi dell’esegesi, della Chiesa, della fede, ma per la crisi della civiltà, del mondo di oggi, dell’uomo, di ogni uomo: mia, tua, di tutti. (Giorgio Lorenzon, CC IL VIllaggio)



Data

Sabato 03 Marzo 2012 ore 17:00

Luogo

Sala Paolino D’Aquileia, via Treppo 5/B, Udine