IL NO DISPERATO

Di Mario Elisei, postfazione di Ignacio Carbajosa, Liberilibri 2019

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14/01/2019 Tutto è male. Cioè tutto quello che è, è male; che ciascuna cosa esista è un male; ciascuna cosa esiste per fin di male;…(Zibaldone, Bologna 22 aprile 1826) Perché Leopardi è diventato così pessimista, che cosa è avvenuto nella sua vita di così determinante da sconvolgere il suo assetto spirituale, come è stato possibile questo passaggio radicale dal cristianesimo al nichilismo, fino all’abiezione? Non ti chiedo nessuno di quelli che il mondo chiama beni: ti chiedo quello che è creduto il massimo de’ mali, la morte […]. Non posso, non posso più della vita. (inno Ad Arimane) IL NO DISPERATO di Mario Elisei edito da Liberilibri e ora nelle librerie di tutta Italia, indaga sulle ragioni che hanno portato il grande poeta ad avere una visione negativa dell’esistenza. Da quali rapporti familiari, da quali riflessioni personali, da quali problemi fisici è nato il nucleo del suo pensiero? E cosa c’è alla base della feconda contraddittorietà nella sua opera tanto da far dire ad Antonietta Tommasini (una sua amica) – in una lettera che Leopardi non potrà mai leggere perché giunta qualche giorno dopo la sua morte – …che vi dirò io, mio buon amico, delle vostre divine poesie? Ciò che ne grida la fama nell’Italia, nel mondo;… Pur pure lasciate ch’io creda di sentirle nel fondo dell’anima più di qualunque altro. E perché? mi direte. Perché niuna cosa mi annienta quant’esse; ma pur niuna mi porta con forza invincibile, con moti profondi e santi nell’estasi di una vera esistenza.
Fondandosi soprattutto sullo Zibaldone e sull’Epistolario, lo studioso scopre come Leopardi non sia soltanto un formidabile poeta e filosofo, ma un pensatore della crisi. Attraverso la sua dolorosa esperienza personale, il romito degli Appennini ha decodificato il senso di una crisi che da individuale si fa collettiva. E questo rende Leopardi anche una guida per comprendere meglio la nostra complessa contemporaneità che ha bisogno di una parola di speranza: io vivo dunque io spero […]e la speranza una quasi stessa, o certo inseparabil, cosa
col desiderio.(Zibaldone, 18 ottobre 1825)
Significativa è la postfazione di Ignacio Carbajosa – già presente nel libro di Mario Elisei “Il mio amico Leopardi”- il quale focalizza la sua attenzione su Il pensiero dominante dove, l’evidenza della “contraddizione” leopardiana e dunque l’effetto contrario di Leopardi, trovano un mirabile punto di sintesi.
(Milena Tacconi)

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