La questione

Gallarate: Il genio di Schumann per il X Festival “Spirto gentil”

24 Settembre 2019
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Si è concluso domenica 22 settembre il Festival “Spirto gentil”, giunto alla sua decima edizione. Organizzato dal Centro culturale Tommaso Moro, col patrocinio del Comune di Gallarate e il sostegno della Fondazione Comunitaria del Varesotto , ha offerto musica di diversi autori, tutti però in qualche modo in relazione con il protagonista assoluto di quest’anno: Robert Schumann, genio musicale tedesco vissuto tra il 1810 e il 1856.
Venerdi 20 emozionante è stata l’esecuzione, da parte del Quartetto Rosetum più il pianista Francesco Pasqualotto del suo Quintetto op. 44, scritto nel 1842 in sole tre settimane, miracoloso equilibrio tra forme classiche e romantiche: un testo capace di stimolare e accompagnare tutti nell’esperienza – personale e collettiva – di cammino al vero.
Sabato sera due giovani pianisti e uno giovanissimo dell’Istituto musicale Puccini (che quest’anno per la prima volta collabora direttamente alla realizzazione del festival) si sono misurati con brani di Schumann, non certo “facili”: Schumann non è mai facile, proprio per la sua poliedrica e tormentata personalità e una scrittura complessa : i tre giovani se la sono cavata bene, facendo intravvedere le loro potenzialità.
Domenica pomeriggio Il Trio Kanon, oggi considerato tra i migliori in Italia, ha presentato il Trio op. 63 di Schumann del 1847 e il Trio del 1914 di Ravel: musica suggestiva, di altissima fattura, resa con intensità da un trio fortemente coeso nel sentire e offrire i brani proposti
Lunghi gli applausi di un pubblico affascinato e commosso. Diversi spettatori uscendo da Teatro, si sono detti d’accordo con l’affermazione che il Centro culturale ha voluto segnalare su tutti programmi di sala, frase di un grande cultore della musica classica, papa Benedetto XVI: “ L’autentica arte, come la preghiera, non ci estranea dalla realtà di ogni giorno, bensì ci rimanda ad essa per “irrigarla” e farla germogliare, perché rechi frutti di bene e di pace”.
Vittorio Pasqualotto


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