I martiri di Algeria ad Abbiategrasso
Presentazione di «La nostra morte non ci appartiene»
La storia dei 19 martiri d’Algeria
Gerolamo Fazzini ha raccontato la storia dei martiri di Algeria ad Abbiategrasso, all’Oratorio di San Giovanni Bosco. Invitato dai gruppi giovanili delle Parrocchie di Abbiategrasso e dal Centro Culturale Shalom Gerolamo Fazzini, giornalista e docente universitario, si è soffermato sulle vicende personali di alcuni dei martiri di Algeria per testimoniare che la scelta di dare la vita per Gesù non è stato un atto di eroismo, ma era parte della vocazione dei monaci e delle suore uccise dalla violenza terroristica, come ha detto Suor Paul-Hélène, la prima dei diciannove martiri, al vescovo monsignor Teissier che esortava le comunità a riflettere sulla minaccia: «Padre, le nostre vite sono comunque già donate»
La vicenda algerina degli anni ’90 è segnata da profondi tratti di violenze inaudite che hanno colpito la popolazione, vittima di una spietata lotta di potere. Suore e monaci sono stati colpiti da questa esplosione di odio e hanno pagato con la vita la loro scelta di rimanere dentro la situazione in cui Dio li ha posti e in rapporto con il popolo algerino in gran parte musulmano. I 19 martiri algerini hanno mescolato il loro sangue con quello della gente musulmana, a segno di un’amicizia che nella morte ha conosciuto la forza viva della resurrezione di Cristo, tant’è vero che, come ha sottolineato più volte Fazzini, il loro martirio è il seme di una comunione che oggi vive. Questo è un frutto significativo del martirio dei religiosi algerini, l’amicizia che continua tra cristiani e musulmani, proprio all’opposto di ciò che i terroristi volevano,
Una domanda Fazzini ha riproposto con insistenza, la domanda della ragione per cui monaci e suore hanno scelto di rimanere, ben sapendo il rischio che correvano. Fazzini rispondendo ha sottolineato che non è per un’idea che si sono fermati, non è per un ragionamento giusto. E’ per l’appartenenza a Gesù che sono rimasti in terra d’Algeria, in un mondo dove le appartenenze sono deboli i martiri d’Algeria hanno testimoniato il loro amore a Gesù. Qui, come ha evidenziato Fazzini, sta il rapporto tra quel martirio e l’oggi, qui nella decisione di non fuggire, ma di rimanere per il legame con la persona di Gesù che rende affascinante il vivere dentro ogni condizione, anche quella in cui il pericolo di morte è altissimo. I martiri di Algeria non hanno avuto paura della morte perchè nel rapporto con Cristo sapevano di avere la vita, e di averla per sempre (Gianni Mereghetti Abbiategrasso).