Chiavari (Ge): Bisagno. Storia di un giovane partigiano

Testimonianza del nipote di Aldo Gastaldi


ALDO BISAGNO – Storia di un giovane partigiano

24 Aprile 2013 – Chiavari – Auditorium S. Francesco
Associazione Culturale “Il ponte sul mare”, dal gruppo di preghiera “Regina della Pace” (Medjugorie) e dall’Assessorato alla cultura del Comune di Chiavari

Se ti chiedono: “E’ il 25 Aprile: cosa è per te?” – “Cosa rispondi?”.
Tu per prima cosa dici: “E’ il giorno in cui si celebra la liberà e coloro che sono caduti per lei”. Nelle “Stanze per Rinaldo Simonetti, Cucciolo”, il contadinello che scrisse ai genitori: “Muoio per la libertà”, lui non avrebbe saputo dire cosa è la libertà per cui moriva.
E ha scritto ancora: “Vendicheranno il mio nome”. Come poteva sapere che qualcuno avrebbe vendicato il suo nome? Che poprio io, Elena Bono, avrei scritto una poesia dedicata a lui? Pensare a questo mi ha sempre profondamente commossa e turbata, perché “Vendicheranno il mio nome” fu profezia.
Per aver visto una sola volta il volto di Aldo Gastaldi “Bisagno”, tutta la mia vita è stata illuminata da quell’attimo in cui lo intravvidi, tale era la luce che da lui promanava. Lui alzò gli occhi e stava sorridendo. Mi sembrò che stesse sorridendo proprio a me, ma questa fu solo una impressione. Profondamente colpita da quell’incontro, pur essendoci molto caldo quel giorno, andai con mia sorella Leonella alla Squazza per chiedere conferma a qualche partigiano (trovai “Bill”) se fosse appena passato “Bisagno” e mi dissero di sì.
In quel momento pensai quello che pensò Goethe quando vide Napoleone: “Ecco l’uomo”. Era passato qualcuno accanto a me che era un vero uomo, così come tutti noi dovremmo essere.
Ho almeno due compagni di classe morti per la libertà: Giampaolo Grosso e Cesare Talassano. Gianpaolo fu impiccato con un gancio alla gola il primo venerdì del mese dell’Aprile 1945. Lo aspettavano a casa per cena. Abitava a Rapallo ed era il più bel ragazzo della nostra classe.
Cesare Talassano morì con Cucciolo a Calvari e fu l’ultimo a cadere. Sua madre mi raccontò che un attimo prima di andare davanti al plotone di esecuzione, aveva detto abbracciando Cucciolo:” Quegli uomini del plotone non sono nostri nemici, ma ci aprono le porte del Paradiso. Coraggio Cucciolo, tra poco andremo in Paradiso: vuoi andare in Paradiso?”.  “Sì” – risposte Cucciolo. E subito dopo andarono davanti al plotone di esecuzione, comandato (ironia del nome) dal Comandante Cristiani. Gli spararono così tanti colpi che poi era irriconoscibile. Lo riconobbero dalle pantofole che aveva ai piedi.
Hemingway diceva che la vita è un continuo dramma tra schiavitù e libertà.
La lotta per la libertà riguarda ogni uomo, in ogni epoca, ed è conquista di ogni momento. Tutto sta nella scelta, nella necessità di fare una scelta.
Nel ricordo di Aldo Gastaldi “Bisagno”, di Rinaldo Simonetti “Cucciolo”, di Gianpaolo Grosso, di Cesare Talassano, di Giannotto Bado, il poeta, morto in un campo di concentramento, che fu torturato e che in carcere leggeva il Vangelo, di Cesare Crosa, il carissimo Micky, che portava lo sten “come un fiore”, e di tutti i caduti, vi abbraccio tutti e ripeto con la mia pur debole voce: VIVA LA LIBERTA’ E CHI E’ MORTO PER LEI.
(Elena Bono, Chiavari)



Data

Mercoledì 24 Aprile 2013 ore 21:00

Luogo

Auditorium San Francesco, piazzale San Francesco 1, Chiavari (Ge)