Morimondo (Mi): Arte e religiosità in William Congdon

Incontro con mons. Domenico Sguaitamatti


A venti anni dalla morte Morimondo ricorda William Congdon che amò la bassa milanese e lasciò tante opere significative capaci di cogliere l’unicità della bellezza della campagna lombarda con i suoi paesaggi tesi all’infinito.

Incontri promossi dalla Parrocchia Santa Maria Nascente in Morimondo, dalla The William G. Congdon Foundation e dall’Associazione Live Art, con la collaborazione della Fondazione Sancte Marie de Morimundo, degli Amici del Centro Culturale “Shalom” di Abbiategrasso e dell’Associazione 3S Scuola Sport Spiritualità, AIC con Rodolfo Balzarotti, direttore della William G. Congdon Foundation.

Cronaca dell’incontro
Venerdì 1 giugno a Morimondo nella sala capitolare dell’Abbazia vi è stato il secondo incontro a ricordo di William Congdon nel ventesimo anniversario della sua morte. Don Mario Zaninelli e mons. Domenico Sguaitamatti hanno parlato del loro incontro con l’artista americano a segno che diverse sono le strade attraverso cui si può arrivare a incontrare il bello e il vero e che questo accomuna, perché chi cerca spinto dal suo desiderio scopre una comunione profonda con chi ha la stessa tensione.

Don Mario Zaninelli ha raccontato del suo incontro con Congdon che è avvenuto attraverso il carteggio tra l’artista americano e Thomas Merton. Questo carteggio risale agli anni 1961/1965 poco dopo la conversione di Congdon ed evidenzia una comunione spirituale che ha coinvolto entrambi a riconoscere il valore di manifestazione del divino racchiuso nell’espressione artistica. Così che l’arte è contemplare la presenza che fa la realtà, una mistica naturale capace di valorizzare il creato in ogni suo aspetto.

Mons. Domenico Sguaitamatti ha raccontato che il suo incontro con Congdon è avvenuto perché lui cercava un’arte che facesse pregare. Nella Chiesa di San Raffaele dove ogni giorno vi è l’adorazione eucaristica lui ha sentito l’esigenza di trovare un’opera d’arte che aiutasse la contemplazione. In questo modo è arrivato a Congdon, proprio un artista che considerava una trappola le sue opere con tematiche religiose e non voleva che fossero esposte in chiesa. Mons. Sguaitamatti si è soffermato sul termine trappola che per lui indica il mistero di Dio, il mistero che ci abbraccia, ci coinvolge, ci tiene con sé. Allora mons. Sguaitamatti ha deciso di fare uno sgambetto a Congdon e di esporre un suo primo dipinto in San Raffaele, la Natività del 1965. Quando il dipinto è arrivato in una cassa nella Chiesa di san Raffaele e la cassa è stata aperta vi è stato un momento di grande commozione che ha confermato mons. Sguaitamatti nella scelta fatta, era evidente che l’arte di Congdon fa pregare! Da quell’anno altre opere di Congdon sono state esposte in san Raffaele, l’ultima Pentecoste 4 che ora è a Morimondo nel Museo Comolli. Mons. Sguaitamatti ha fatto vedere diverse opere di Congdon per testimoniare quello che ha colto in questo rapporto così affascinante e coinvolgente: per mons. Sguaitamatti l’arte di Congdon non illustra il mistero, ma attraversa il mistero. E questo è il tratto di drammaticità presente nella sua arte, questo rapporto con l’Altro che si è fatto carne e chiama l’artista a diventare quadro, a essere segno della presenza del Mistero. Un entusiasmante incontro quello di mons. Sguaitamatti con Congdon, tanto che più si addentra nella religiosità tanto più si addentra nell’arte a segno dell’unità profonda che le tiene unite. Congdon di questo è un testimone eccezionale, in lui non è dualismo tra arte e religiosità, perché l’uomo vive nella comunione con l’altro e gli altri, facendo esperienza di un bene comune, quello di essere felici.
(Gianni Mereghetti)

Scarica la locandina con il programma degli incontri



Data

Venerdì 01 Giugno 2018 ore 21:00

Luogo

Sala Capitolare Abbazia di Morimondo (Mi)