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L’ Associazione “Alcide De Gasperi” viene fondata il 18 giugno 1997 a Legnano da un gruppo di amici cattolici di diverse estrazioni, con un comune retroterra di esperienza nella Democrazia Cristiana. Il raggio di azione è focalizzato sulla realtà legnanese e dell’Alto Milanese, con la dichiarata intenzione di essere un punto di aiuto e stimolo per la presenza sociale e politica del mondo cattolico. Giuridicamente l’associazione è un ente non commerciale senza fine di lucro, riconosciuto dalla Regione Lombardia, e perciò dotata di personalità giuridica. Lo spunto che diede vita all’associazione fu il desiderio di alcuni di raccogliere l’eredità – insieme ad un’altra Associazione legnanese La Sorgente – della disciolta Democrazia Cristiana locale, esperienza conclusasi nel 1993. Si è trattato in questi venti anni di una eredità giocata non tanto sul versante politico diretto (anche se diversi soci hanno esercitato in questo periodo funzioni rappresentative ed amministrative in enti locali) quanto, secondo le nostre capacità, su quello più propriamente culturale e di promozione della presenza dei cattolici nella realtà sociale di Legnano e del circondario. Da vent’anni l’associazione De Gasperi, con alti e bassi, ha mantenuto questa identità dentro un panorama anche locale che si è fortemente modificato rispetto agli inizi, per non parlare di quello nazionale.
Il nostro interlocutore primario rimane oggi il mondo cattolico, ma senza dimenticare la pluralità di soggetti che convivono nella realtà culturale e sociale locale operando a favore del bene comune. In questo momento desideriamo portare a contatto degli abitanti della nostra città persone e realtà significative nel panorama nazionale e locale, soprattutto meritori di entrare a far parte di un orizzonte educativo comune, per una ripresa di impegno ideale dal basso.
Breve elenco degli ultimi eventi e iniziative realizzate in questi quasi venti anni di vita:
• 2014 – Mario Melazzini, incontro-testimonianza
• 2014 – Anastasia Zolotova: Maidan, l’imprevisto in piazza
• 2014 – on.le Paolo Alli, testimonianza sul lavoro politico
• 2014 – Messa per i cristiani perseguitati in Iraq
• 2015 – Mons. Shlemon Warduni: preferire Cristo! Testimonianza dai cristiani in Iraq
• 2015 – Anderious Oraha, esule caldeo in Italia: presentazione del libro autobiografico “Una storia irachena”
• 2015 – Marco Lucchini e on.le Maria Chiara Gadda: lancio della Colletta alimentare 2015
• 2016 – Farhad Bitani: presentazione del libro “L’ultimo lenzuolo bianco”
• 2016 – sr. Rachele Paiusco: “Da Legnano al mondo: 10 anni delle Missionarie di San Carlo”
Gli incroci di La Pira con la storia di CL
18 agosto 2018
http://www.valeriolessi.it/wp-content/uploads/2018/08/lapira-cittadini-300×235.jpgLa Pira in mezzo ai suoi cittadini
Il mio libro”Giorgio La Pira. La fede cambia la vita e la storia”sarà presentato nell’ambito del Meeting 2018. L’appuntamento è alle ore 16 di giovedì 23 agosto al Book Corner accanto alla Libreria. Mi intervisterà Ivo Paiusco, presidente dell’Associazione Culturale Alcide De Gasperi, di Legnano.
Credo che il Meeting sia davvero il luogo giusto dove presentare questo libro. Non solo perché lo sguardo sulla storia e sul destino umano proprio di La Pira è in piena sintonia con il tema di quest’anno: “Le forze che muovono la storia sono le stesse che rendono l’uomo felice”. È il luogo adeguato per presentare il libro perché nella storia di Gioventù Studentesca, prima, e di Comunione e Liberazione poi, sono stati numerosi gli incroci fra La Pira e il movimento. Ricordo perfettamente come se fosse ieri una tre giorni nazionale di Gs a Pesaro (credo fosse il settembre 1975) quando fu letto un telegramma di Giorgio La Pira, accompagnato dalla precisazione, utile per noi giovani studenti, che si tratta di una persona che molta importanza aveva avuto nella storia del movimento.
Certamente il momento più importate è stata la partecipazione al famoso convegno di GS del 1962 (ricordato anche nella Vita di Giussani edita da Rizzoli) sul tema “Vivere le dimensioni del mondo”. Giorgio La Pira tenne una relazione il cui passaggio centrale è il seguente: «C’è una logica nel movimento dei popoli: essi, consapevoli o no, svolgono tutti un preciso disegno; ogni membro di quell’organismo che è l’umanità ha una sua funzione e un suo scopo. La chiave della storia universale, di questo movimento di tutti i popoli, sta tutta nella risposta alla domanda del Cristo: “Chi dicono gli uomini che io sia?”. Se il Cristo è il Figlio del Dio vivente (e la resurrezione ne è la prova), la storia è storia di una Persona, e la Chiesa è il prolungamento nel tempo e nello spazio di una Persona: lui. La storia vive e i secoli si svolgono perché Cristo possa svilupparsi, questo è il grande mistero della storia universale. Bisogna interpretare tutto nella Sua luce, bisogna credere nell’impossibile, perché nulla è impossibile a Dio».
Nel libro spiego come questa concezione della storia come biografia di Cristo La Pira l’abbia attinta dal teologo Vito Fornari, molto letto fino agli anni Quaranta del secolo scorso e poi dimenticato. La scoperta che poi compiuto, a libro purtroppo ormai stampato, è che Fornari è stato uno degli autori sui quali si è formato anche il giovane don Giussani. In una conversazione sugli autori che hanno influito su di lui, disse: «Un libro fondamentale per me , come genesi poetica per l’idea di Cristo, è di V. Fornari, La vita di Cristo. Avevo letto di lui anche L’arte del dire». Molte consonanze che si possono rintracciare fra il pensiero di Giussani e quello di La Pira (ad esempio l’idea del cristianesimo come esperienza di bellezza che attrae) hanno quindi le radici nella comunanza di letture giovanili.
Facendo un salto di un po’ di anni arriviamo alla seconda metà degli anni Settanta quando alcuni giovani giornalisti di CL e altri provenienti da altre esperienze, fra cui Vittorio Citterich, diedero vita a una settimanale che poi si chiamerà Il Sabato. Il nome venne proprio da La Pira, ai suoi ultimi giorni di vita. Ha raccontato Citterich: «Mi disse dunque La Pira, in uno degli ultimi incontri che avemmo, di andare avanti con “quei ragazzi, freschi, intelligenti, e un po’ accaniti” che avevano bisogno, a suo parere, anche di un’esperienza giornalistica più abile, tranquilla e ben orientata. “Cercate una testa che abbia un sapore bibico”, mi disse, “per esempio L’ultimo giorno” Replicai che mi sembrava piuttosto esagerato. “Sabato andrebbe bene, professore?”. “provate”. E provammo e il Sabato fu».
Nel 1996 La Stampa pubblicò una lunga intervista a don Giussani e l’intervistatore gli chiese se si sentiva più garantito da un cristiano al governo. «No, – rispose – Il problema è la sincera dedizione al bene comune e una competenza reale e adeguata. Ci può essere un cristiano ingolfato nei problemi ecclesiastici la cui onestà naturale e la cui competenza possono lasciare dubbi. Preferisco che non sia così. Come, secondo me, non è così per De Gasperi, La Pira, Moro e Andreotti».
Il giudizio, sorprendentemente ancora attuale a più di vent’anni di distanza, trova un riscontro in una lettera di La Pira a Pio XII del 1958. Il sindaco di Firenze polemizza contro un certo clericalismo in voga (non solo allora) fra i cristiani impegnati nell’agone pubblico: per fare politica non basta essere iscritti all’Azione cattolica o proclamarsi amico di questo o quel prelato. «Tutto questo è finito – proclama La Pira – Mia madre e i miei fratelli sono coloro che fanno la volontà del Padre mio».
(Valerio Lessi)