Scopri l’edizione 2018 di EracleaViva la manifestazione culturale di tre giorni dal 21 al 23 settembre 2018 dal titolo “Per amore del cielo e della terra” promossa dall’associazione culturale FRATERRAECIELO.
TEMA
“…ogni vita umana possiede una dignità intrinseca, indifferente al fatto che possa esprimersi attraverso atti, che non lo possa ancora, che non lo possa più. .. c’è una sola cosa che il Cristianesimo, oggi, ha la possibilità e il dovere di insegnare agli europei: vedere l’umano anche là dove gli altri non vedono che del biologico da selezionare, dell’economico da sfruttare, del politico da manipolare.” (R.Brague – Filosofo)
“Cosa vuol dire, oggi, guardare ciò che ci circonda senza soccombere o lamentarci come fanno tutti? C’è una ragione certa per cui valga la pena vivere e, se necessario, morire oppure siamo destinati a subire l’opinione del momento e il senso fuggitivo di ogni cosa, sentimento o persona? Perché non siamo mai contenti e ci vediamo condannati ad un’ultima estraneità, quella di sentirci sbagliati? In sostanza, è possibile oggi dire “ti voglio bene” Intendendo con questo, un “per sempre”?
Per tentare una risposta a questi interrogativi che attraversano tutta la Storia umana fino ad essere oggi terribilmente moderni, abbiamo pensato di incontrare delle persone che hanno visto e udito e faticato sulla via della verità. Perché il glamour si può imparare, la moda si può assimilare ma alla Bellezza si può solo essere educati. E chi è educato alla Bellezza in modo più o meno cosciente, è educato alla Giustizia e alla Verità. Questo rende possibile essere liberi in modo reale e non fittizio e guardare con amore chi amiamo come non l’abbiamo guardato mai”.
Durante tutta la manifestazione sarà possibile visitare la mostra “Uomini e donne al lavoro nella pittura di Jean François Millet” realizzata in occasione della manifestazione “Meeting per l’amicizia fra i popoli”, anno 2014. A circa 200 anni dalla nascita di Jean François Millet (1814-1875), un pittore fondamentale nella storia dell’arte moderna, una esposizione che mette in mostra la preferenza che Millet visse, come soggetto dei suoi quadri, per gli uomini e le donne al lavoro. Il disamore generale al lavoro – scriveva nel 1910 Charles Péguy – è la tara più profonda, la tara fondamentale del mondo moderno. Qualche decennio prima di Péguy, l’artista francese Jean François Millet aveva fatto del lavoro il tema prediletto della sua pittura: nei suoi dipinti esplode la sua simpatia profonda per la quotidiana fatica degli uomini. Il lavoro in Millet ha il valore di un’epopea che, mentre salva la dignità personale, partecipa all’opera corale della trasfigurazione della terra. Millet è articolarmente colpito dal lavoro dei campi, da quello che egli chiamerà “il grido della terra”: contadini, pastori, taglialegna sono i suoi eroi, gli umili protagonisti della storia da lui raccontata.
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