Bolzano: Il volto tragico della coerenza
La serata che il Centro Culturale “Romano Guardini” propone nasce dall’incontro con due giovani artisti impegnati nel mondo affascinante e complesso dell’arte: Andrea Chiodi, attivo soprattutto come regista, e l’attrice-autrice teatrale Angela Demattè, che a Bolzano negli ultimi anni si è fatta conoscere per il suo testo, premiato con il 50esimo Premio Riccione, “Avevo un bel pallone rosso” (di cui è anche interprete, con Andrea Castelli, per la produzione del Teatro Stabile di Bolzano). Nell’avvicinare le esperienze di Andrea e Angela colpisce la grande serietà e passione con cui essi hanno saputo mettere in gioco il loro talento, scommettendo da una parte su progetti sicuramente non convenzionali come le sacre rappresentazioni all’aperto (come lo spettacolo “Siate miei testimoni” presso le catacombe di San Callisto a Roma, o la sacra rappresentazione del Sacro Monte a Varese), così come dall’altra su trasmissioni in radio e televisione. Andrea Chiodi conduce programmi per il circuito Radio in Blu e Radio24, come pure la regia dello show sui 150 anni dell’unità d’Italia in Piazza Vittorio a Torino con Roberto Vecchioni, in diretta TV Rai. Angela Demattè è stata ed è protagonista di progetti teatrali che affrontano tematiche tra loro anche molto distanti, come per esempio “Marija Judina, la pianista che commosse Stalin”, scritto e interpretato da Angela Demattè, per la regia di Mario Gas; Angela Demattè ha interpretato anche Andromaca nelle “Troiane” di Euripide presso il Teatro Greco di Siracusa e per questa interpretazione è stata finalista al Premio Siracusa Stampa Teatro come miglior attrice giovane. E’ attrice e cantante per la regia di Bruno Fornasari nei musical: “Cuore di cane”, “Gian Burrasca” e “Fame”. Nella serata qui proposta Angela Demattè e Andrea Chiodi ci racconteranno brevemente del loro percorso teatrale, quindi anche di “Avevo un bel pallone rosso” e ci esporranno l’idea di fondo del loro ultimo progetto “Stragiudamento”, monologo drammatico di colui che fu e che sempre sarà “il traditore” ma che, peccato più grave, non ha riconosciuto per sè la possibilità di poter essere perdonato e quindi redento.
(Luca Dell’Agnolo, Presidente Centro Culturale “Romano Guardini” Bolzano)