Carugate (Mi): Rompiamo l’assordante silenzio
Nelle ultime settimane abbiamo assistito a diversi eventi drammatici in varie parti del mondo, che hanno visto protagonisti e vittime migliaia di cristiani, e culminati con il recente massacro di 150 giovani nell’università di Garissa in Kenya.
Questi fatti non possono non interrogare la nostra coscienza di uomini e di cristiani. Per questo la Parrocchia di Carugate– insieme ai vari gruppi ed associazioni – ha pensato di organizzare una FIACCOLATA DI SOLIDARIETA’ che significasse un’assunzione di responsabilità personale per ciascun cristiano, e rappresentasse un invito aperto a tutti gli uomini di buona volontà a non rimanere indifferenti di fronte a quanto succede.
Solo pochi mesi fa Papa Francesco si rivolgeva al mondo così: “Ancora una volta rivolgo un accorato appello a quanti hanno responsabilità politiche a livello locale e internazionale, come pure a tutte le persone di buona volontà affinché si intraprenda una vasta mobilitazione delle coscienze in favore dei cristiani perseguitati”. “Con grande trepidazione seguo le drammatiche vicende dei cristiani che in varie parti del mondo sono perseguitati e uccisi a motivo del loro credo religioso. E sento il bisogno di esprimere la mia profonda vicinanza spirituale alle comunità cristiane duramente colpite da un’assurda violenza che non accenna a fermarsi, mentre incoraggio i Pastori e i fedeli tutti ad essere forti e saldi nella speranza”. “I cristiani perseguitati hanno il diritto di ritrovare nei propri Paesi sicurezza e serenità, professando liberamente la propria fede”. (12 novembre 2014)
Con questo gesto la Parrocchia di Carugate intende unirsi alle parole del Papa e dire a tutti con voce alta e accorata: che siamo vicini ai cristiani perseguitati in tutto il mondo, che questo massacro deve cessare, che le autorità, gli organismi internazionali devono intraprendere tutte le iniziative opportune perchè questi fatti non abbiano più a ripetersi.
La Fiaccolata si è svolta come cammino silenzioso per le vie del Paese, intercalato da quattro soste in cui si sono ascoltate lettura di fatti e situazioni di alcune parti del mondo come esemplificativi della attuale drammatica realtà. Alcuni canti e alcuni brani della tradizione cristiana hanno accompagnato il cammino.
Nel corso dell’ultima tappa, nella piazza della Chiesa del Paese, Maria Ricci della Fondazione onlus Avsi (Associazione Volontari per il Servizio Internazionale) ha raccontato la sua personale esperienza nei diversi viaggi in Kurdistan.
Il canto finale del “Regina Caeli”, è stato l’affidamento dei nostri fratelli perseguitati alla Madonna, nel mese a Lei dedicato. Una preghiera che, oltre al suo naturale significato religioso, è l’essenza dell’esperienza umana di attesa e significato affinché nulla sia perduto, anche il dolore innocente.
(Centro Culturale Sant’Andrea)