Concorezzo (MB): Beato Paolo VI. L’audacia di un Papa
Il Centro Culturale Vita Nova ha organizzato l’incontro dal titolo “Beato Paolo VI. L’audacia di un Papa”. E’ intervenuto Andrea Tornielli, vaticanista
Sintesi dell’incontro
Concorezzo, 30 ottobre 2014 – Circolo Famigliare S. Antonio
Il 30 ottobre scorso, con un incontro dal titolo “Il beato Paolo VI: l’audacia di un Papa”, il vaticanista Andrea Tornielli ha inaugurato la nuova stagione del circolo culturale “Vita Nova”, ripercorrendo la biografia del Beato Paolo VI e facendo emergere tutta la modernità e l’attualità del suo pensiero. Ecco una sintesi del suo intervento.
Giovanni Battista Montini nasce nel 1897 in provincia di Brescia, alveo di un cattolicesimo lombardo vivacemente impegnato in campo sociale, civile e nella politica locale. Nei primi anni di sacerdozio è assistente della FUCI e grazie alle sue grandi capacità comunicative, è capace di infiammare i giovani e di educare una generazione a prepararsi alla politica. Questa generazione ricostruirà l’Italia nel dopoguerra e parteciperà come “anima cattolica” alla stesura della Costituzione. Già in questi anni emerge la sua visione positiva del mondo, in cui coesistono “grano e zizzania”, ma a cui “Il cattolico …, fedele alla sua fede, può guardare … non come ad un abisso di perdizione, ma come a un campo di messe”, come scrive nel settimanale Azione Fucina del febbraio 1929.
Svolge gran parte del sacerdozio presso la curia romana, come sostituto del segretario di stato, fino alla nomina ad Arcivescovo di Milano, che lo coglie di sorpresa, ma si rivelerà un vero tirocinio pastorale. Nella Milano degli anni ’50, si trova infatti, a fronteggiare tre mondi impermeabili al messaggio cristiano: finanza, fabbrica e moda. Il suo impegno pastorale da vescovo e poi da Papa si radica sulla domanda: come tornare ad annunciare il Vangelo a questi mondi e al mondo moderno in generale?
Eletto Papa col nome di Paolo VI, decide di continuare il Concilio indetto da S. Giovanni XXIII e lo porta a conclusione, facendo approvare quasi tutte le tesi all’unanimità. Secondo alcuni storici, sarebbe stato sufficiente questo “miracolo” per la sua beatificazione, perché per la Chiesa sono anni di contestazioni interne ed esterne, con rischio reale di scismi. Dopo il Concilio, Paolo VI subisce contestazioni su tutto, tanto da scrivere l’enciclica “Mysterium fidei” e il motu proprio “Il Credo del popolo di Dio” per riaffermare con chiarezza e decisione le verità di fede. Ma i tempi di tempesta non lo spaventano perché la sua fede è grande ed egli è ben consapevole che la Chiesa non è di proprietà del Papa, ma di Cristo, come dice ai seminaristi lombardi in udienza: “Tanti si aspettano dal Papa gesti clamorosi, interventi energici e decisivi. Il Papa non ritiene di dover seguire altra linea che non sia quella della confidenza in Gesù Cristo, a cui preme la sua Chiesa più che non a qualunque altro. Sarà Lui a sedare la tempesta”. Metterà questo pensiero al centro dell’enciclica “Ecclesiam Suam”.
Infine, Tornielli ha concluso il suo intervento, sottolineando l’attualità del pensiero di Papa Montini, oggi ripreso da Papa Francesco, soprattutto nella “Evangelii Gaudium”, in particolare sul tema della missione, intesa come trasformazione dell’umanità dall’interno (Tornielli ha sottolineato in questa occasione che Paolo VI è stato il papa che ha inaugurato i viaggi apostolici).
Grazie alle numerose domande del pubblico, Tornielli ha poi approfondito i concetti espressi, calandoli nei nostri giorni, invitandoci a non operare semplificazioni della realtà tipiche dei media, e ha auspicato una ripresa da parte dei cattolici dell’insegnamento sociale della Chiesa, spesso dimenticato. Infine, ha riproposto il parallelo tra Paolo VI e Papa Francesco accomunandoli nella visione del mondo, considerato non in antitesi, ma con simpatia e nel dialogo per la vera missione.
(Circolo Culturale “Vita Nova”)