Forlì: Un desiderio infinito di felicità

Il Centro Culturale “La Bottega dell’Orefice” è stato tra gli organizzatori dell’incontro dal titolo “Un desiderio infinito di felicità” durante il quale verrà presentato il libro “Osservazioni di una mamma qualunque”, con Paola Belletti, autrice del libro.
Nello splendido salone del Circolo della Scranna davanti a 140 persone si è svolto l’incontro con Paola Belletti, autrice del libro “Osservazioni di una mamma qualunque”. E in effetti il titolo pare azzeccato dal momento che Paola racconta del marito che dopo una giornata di lavoro è calamitato dal divano come da un magnete, della figlia adolescente e del cane Purè. Dentro questa “normalità” è però accaduto un fatto speciale, la nascita di Ludovico, il quarto figlio, con gravi problemi genetici che gli causano frequenti crisi epilettiche, cecità completa e altri problemi. Paola racconta ciò che ha scoperto in questi anni in sua compagnia, a partire dai difficilissimi momenti iniziali fino ad arrivare a dire “ringrazio mio figlio, ringrazio l’autore della vita perché ci costringe a guardare all’essenziale. Ciò che conta è la persona non persona che fa qualcosa. Perché valiamo? Perché ci siamo”. E ancora “Ludovico dipende, si lascia amare e ricorda a noi che questa è la posizione vera”. La fede non è mai stata una anestesia. Visto che Dio è Dio, dice, non può toglierci nulla di essenziale. C’è qualcosa di sacro nel modo in cui guarda questo figlio, dice “Non so cosa succede tra la sua anima e Dio. È troppo poco dare una vita lunga, prospera e serena, la vita felice a mio figlio non è negata, nella prospettiva dell’eternità potrebbe essere addirittura un privilegio”. Sono fiorite tante cose belle assieme a lui, tanti rapporti. E un modo diverso di guardare la vita. Secondo Paola, ad esempio, approvare l’aborto è come dire a chi è vivo che è sopravvissuto solo perché è ‘in bolla’ Poi racconta di come questo sia calato nella vita normale come si diceva all’inizio, racconta i problemi con la burocrazia, il rapporto di Lodovico con gli altri figli che sono ovviamente dispiaciuti ma per loro è un fratello e basta! La grande che lo fa ridere, la seconda che invece è più impacciata. È la vita, come è raccontata nel libro, una sorta di diario. Ma, ribadisce, “tutto è nato da Ludovico che dalla sua sdraietta dissoda cuori, muove cose e noi lo seguiamo”. Quando una mamma le chiede cosa tenere presente nell’educazione dei figli dice “nasciamo già educanti, io sono una mamma, non lo sono perchè faccio delle cose da mamma, bisogna concentrarsi su ciò che regge la nostra vita”. Alla fine, conclude “dove si può guardare quando si è di fronte al dolore innocente? A Cristo in croce. Il senso vero lo saprò in un’ altra vita ma già ora vedo il bene che sta portando alla nostra vita, a cominciare alla serietà con cui la guardiamo. Ciò che aiuta è stare nell’ora, attaccati al Signore e a una rete di rapporti”. Dopo l’incontro con il prof. Strippoli un’altra testimonianza di sguardo alla vita in quanto tale carico di bellezza che ha colpito tutti più di mille discorsi. Come nelle cose più vere della vita,il pubblico è passato dalla commozione (in tanti casi dalle lacrime) alle risate per gli episodi della vita quotidiana, allo sguardo carico di simpatia anche per i difetti e le mancanze. Viene in mente Miguel Manara: “Come sono belli i libri che fanno ridere e piangere nello stesso tempo”!