Frosinone: genitori, figli e…facebook
Grande successo di partecipazione a Frosinone all’incontro “Genitori, figli e… facebook” con la partecipazione di Jonah Lynch, che ha presentato il suo libro “Il profumo dei limoni” e ha risposto, con simpatia e notevole preparazione, a tante domande, comprese quelle dei giovani…
Neanche gli organizzatori del Centro culturale Giovanni Paolo II di Frosinone probabilmente si aspettavano, nel primo sabato pomeriggio di autentico caldo della stagione, di riempire in ogni ordine di posti il salone di rappresentanza dell’Amministrazione Provinciale di Frosinone. E invece è andata proprio così: grande è stato il successo – non solo di partecipazione meramente numerica – all’incontro “Genitori, figli e… facebook”, per la presentazione del libro “Tecnologia e rapporti umani nell’era di facebook”, di don Jonah Linch (edito da Lindau), giovane sacerdote americano vicerettore del seminario della Fraternità di San Carlo a Roma – a proposito, complimenti per l’italiano, appreso da appena 12 anni ma migliore di quello di tanti italiani! – che ha incollato la platea nella settantina di minuti della presentazione, briosa eppure ‘profonda’ senza risultare pedante. Merito senza dubbio di questo sacerdote americano, laureato in Fisica, con varie esperienze alle spalle, prima di abbracciare la vita religiosa nel solco di don Giussani e dedicarsi con passione all’educazione, anche attraverso i nuovi mezzi di comunicazione sociale che conosce bene, pure da un punto di vista tecnico.
Prima del via all’incontro – moderato da Igor Traboni, direttore di dimmidipiu.it, portale che ha in qualche modo concorso alla realizzazione dell’evento – è stato letto un messaggio del Vescovo di Frosinone Ambrogio Spreafico, che ha rimarcato l’importanza di una corretta comunicazione in un mondo in cui invece si parla purtroppo sempre poco, soprattutto cuore a cuore.
Don Mario Follega, parroco di Sant’Antonio a Frosinone, ha quindi introdotto l’argomento, richiamando i maggiori spunti di una riflessione doverosa per quanti hanno responsabilità educative: genitori, insegnanti, preti. Un filo conduttore che don Mario ha tenuto ben saldo, ricordando poi alla fine come l’incontro “non ha voluto offrire ricette” ma cercare di allargare la mente e gli orizzonti proprio di quanti ogni giorno hanno il compito gravoso ma affascinante di educare.
Mattatore della giornata, come detto, è stato Jonah Lynch: ha subito catturato l’attenzione dei presenti con un piccolo gioco in sala, facendo rimbalzare dei gomitoli di lana di colore diverso, a significare l’importanza di ‘collegare’ tutti e 5 i nostri sensi, perché altrimenti restano inutili (e proprio senza… senso) le esperienze umane che non coinvolgono tutto l’uomo.
Molto si è discusso attorno a internet e alla libertà che dà la rete “ma internet – ha sottolineato don Jonah – non è un soggetto. I soggetti siamo noi”. E allora, ha aggiunto senza nascondersi dietro un dito Lynch, non è vero che sono mezzi neutrali per definizione e basta solo usarli bene, perché al centro comunque c’è sempre l’uomo, da un… migliaio di anni a questa parte. Tanto è vero che la rete solo in parte, pur essendo una realtà estremamente importante e in continua evoluzione, è riuscita finora a coniugare libertà e responsabilità.
Lynch ha poi rimarcato come strumenti così virtuali – ad esempio l’amicizia su facebook – possono comunque diventare reali sempre e solo se questi rapporti non sono velati dal mezzo stesso: “E’ più facile dire ‘ti amo’ ad una persona in chat, ma quanto è più bello porsi davanti alla stessa e ripetere quel ‘ti amo’…”, ha detto ad esempio Lynch.
Bravo l’autore del libro anche ad entrare nel vivo del messaggio di Benedetto XVI per la prossima Giornata delle comunicazioni sociali, basata su “silenzio e parola”, termini solo in apparenza contradditori e che devono far riflettere anche quando attorno all’uso di certi nuovi mezzi si fa un po’ troppo ‘chiasso’.
Altri spunti sono arrivati – e ad ognuno Lynch ha risposto da par suo – dal ragazzo che ha il modem rotto da diversi giorni e tutto sommato… si può stare anche senza, al genitore che si sente chiamato in causa dalla bellezza o meno di una foto che viene caricata solo per cercare un certo ‘consenso’ attorno alla stessa, al giudizio – che evidentemente ci chiama in causa più di quanto possa apparire – del ‘mi piace’ sui post di facebook.
Significativa anche la presenza di alcuni studenti del Liceo Classico di Frosinone, con grande maturità e anche loro con quel pizzico di sana gioia (“Potrà internet eliminare i professori?” ha chiesto simpaticamente uno di loro) che ha attraversato tutto l’incontro. Ragazzi che, come ha chiesto un’altra studentessa, non devono sentirsi solo e soltanto ‘nativi digitali’ e dunque esclusi a priori da tutto quello che c’è stato e ancora c’è nel mondo, da un brano di Mozart a un passo di Omero “perché voi ragazzi – ha sottolineato Lynch – sarete pure ‘nativi digitali’ ma non siete certo antropologicamete diversi dal resto degli uomini”.
E dunque agli educatori spetta il compito di amare e accompagnare tutti nella vita “perché tutti ci state a cuore” come ha sottolineato don Follega alla fine. Anche – ma non soltanto – dietro un personal computer, un ipad o attraverso la lucetta verde che si accende per dire che in chat c’è un amico.
(Igor Traboni)