Macerata: La riforma costituzionale. Di che si tratta?
L’Associazione “Centro Nuova Cultura” ha proposto l’incontro dal titolo “La riforma costituzionale: di che si tratta?”L’iniziativa, al di fuori di ogni logica divisiva e di ogni schieramento politico, si è proposta come un aiuto a capire di più di cosa si sta parlando? In cosa consiste più nel dettaglio quest’esigenza di rinnovamento avanzata dalla politica attuale? Su quali aspetti siamo chiamati a deliberare?
Sono intervenuti il Dott. Simone Calzolaio, ricercatore di Diritto Costituzionale presso l’Università degli Studi di Macerata, e il Prof. Erik Longo, professore associato di Diritto Costituzionale presso lo stesso Ateneo: due osservatori certamente esperti e competenti, ai quali, è stato chiesto di fornire strumenti semplici e accessibili per entrare nel merito di una riforma che coinvolge tutti.
Solo un percorso di conoscenza ci permette infatti di esercitare in piena libertà un’opportunità personalissima come il diritto di voto riconosciuto a ciascun cittadino di questo Paese, che vuole continuare a esistere e crescere.
CRONACA DELL’INCONTRO
Gli incontri sulla riforma costituzionale che sarà sottoposta al voto referendario il 4 dicembre hanno certamente il valore di offrirci spunti di riflessione e nozioni per un percorso di conoscenza sulle questioni che sono in gioco oggi. Ma che significa parlare di referendum in un momento e in luoghi in cui il terremoto ha distrutto la stessa possibilità di convivenza materiale di interi paesi del centro Italia ? Che legame c’è o ci può essere tra un’idea di Stato che la proposta di Riforma porta avanti e una società civile che si vede impossibilitata a causa del sisma a recuperare modi e stili di vita che in un attimo sono stati spazzati via? Anche a queste domande l’incontro di Macerata del 15 novembre scorso, città che pure non ha avuto enormi danni, ha cercato di dare risposte; alle spiegazioni di tipo tecnico date dai due relatori anche alle domande dei tanti intervenuti, sono seguiti i tentativi di capire se nelle pieghe della proposta referendaria ci siano degli spunti passibili di offrire risposte alla situazione drammatica che molti stanno vivendo: se lo Stato sta ancora decidendo e legiferando sugli aiuti ai paesi disastrati, un nuovo tipo di Senato potrebbe forse rendere più incisiva la presenza dei rappresentanti degli enti locali e imprimere un iter legislativo più rapido, ma tante domande e perplessità ancora restano. Oggi, è stato detto e dimostrato, la forma di governo e la forma dello Stato, cioè il rapporto tra i vari organi, non funzionano e tutti sono concordi sulla necessità di un cambiamento che renda più tempestiva l’azione del Parlamento di fronte ai mutamenti di una società che si trasforma in modo estremamente veloce. Ma di fronte a tragedie come queste basta una riforma? Occorre ricostruire un tessuto sociale che si è disperso, ma che cerca di recuperare la sua identità e le ragioni di una convivenza umana capaci di rispondere alla voglia di futuro che, al di là della vittoria del sì o del no, è già ben presente nella esistenza quotidiana di chi ha perso tutto ma non la voglia di ricominciare. In questo senso anche un incontro sulla riforma è una reale possibilità di recuperare il senso del nostro vivere insieme: la presenza dei due relatori è stata l’occasione di un incontro non solo con due ‘esperti’ della materia referendaria ma soprattutto con due uomini che si sono lasciati interrogare dalla situazione presente, che hanno accettato il dialogo anche con chi non la pensava come loro e l’evento è stato per tutti l’occasione e il luogo di uno scambio di idee e di esperienze fecondo e proficuo, che ha evidenziato l’interesse primario di ognuno: la bellezza e la convenienza di aprirsi all’altro in vista di un bene comune per tutti. E questa è anche la sola strada per ‘rinascere’ dalle macerie del terremoto.
(Daniela Fabiani, Centro Nuova Cultura Macerata)