Pavia: Vivere “veluti si Deus daretur”
Il Centro Culturale don Giulio Bosco in occasione del X anniversario della morte di don Luigi Giussani ha organizzato l’incontro di presentazione del libro “Vivere “veluti si Deus daretur” di Elena Pagetti (edizioni Cgd, 2015).
Cronaca dell’evento
L’invito rivolto dall’allora cardinal Ratzinger a vivere “come se Dio ci fosse” non ha scadenza e risuona anche oggi come una provocazione salutare. Soprattutto se si prende atto lealmente della condizione che stiamo vivendo in cui il crollo delle evidenze costituisce l’aspetto forse più drammatico.
“Il tentativo, portato all’estremo, di plasmare le cose umane facendo completamente a meno di Dio ci conduce sempre di più sull’orlo dell’abisso, verso l’accantonamento totale dell’uomo. Dovremmo allora capovolgere l’assioma degli illuministi e dire: anche chi non riesce a trovare la via dell’accettazione di Dio dovrebbe comunque cercare di vivere e indirizzare la sua vita “veluti si Deus daretur”, come se Dio ci fosse. Questo è il consiglio che già Pascal dava agli amici non credenti: è il consiglio che vorremmo dare anche oggi ai nostri amici che non credono. Così nessuno viene limitato nella sua libertà, ma tutte le nostre cose trovano un sostegno e un criterio di cui hanno urgentemente bisogno”. (J. Ratzinger, 1 aprile 2005)
La presentazione del libro Vivere “veluti si Deus daretur” il 12 marzo a Pavia ha riproposto l’attualità del tema e la sua urgenza. Nell’occasione si sono ricordati i dieci anni dalla morte di don Giussani.
Il vescovo di Pavia, mons. Giovanni Giudici, ha introdotto l’incontro esprimendo la propria gratitudine nei confronti della figura e dell’insegnamento di don Giussani e ha invitato a continuare l’esperienza viva del fondatore.
Nel dialogo con l’autrice del libro è emerso ancor più chiaramente il contributo di don Giussani e del carisma di CL a quel corretto uso della ragione a cui papa Benedetto ha tanto richiamato lungo tutto il suo pontificato.
Il Papa ha sfidato il razionalismo dominante che allontana Dio dalla vita dell’uomo e che ancora non accetta di misurarsi con il suo fallimento.
Don Giussani ha sempre cercato di “dimostrare la pertinenza della fede alle esigenze della vita e, quindi, – questo “quindi” è importante per me-, dimostrare la razionalità della fede, implica un concetto preciso di razionalità. Dire che la fede esalta la razionalità, vuol dire che la fede corrisponde alle esigenze fondamentali e originali del cuore di ogni uomo” (Centro Culturale Don Giulio Bosco di Pavia).