Porto Viro (Ro): Il monastero di San Lazzaro degli Armeni

Visita guidata


L’Associazione Culturale Umana Avventura organizza una visita al monastero di San Lazzaro degli Armeni, tra le poche isole minori ancora abitate e tenute in ottimo stato. Si trova tra il Lido di Venezia e il Bacino di San Marco. L’isola è uno dei primi centri del mondo di cultura armena.
Il convento ospita una pinacoteca, un museo, una stamperia di fine XVIII sec., dove sono conservati reperti archeologici egiziani, orientali e romani, oltre ad una ricca collezione di manoscritti armeni. Nella ricca biblioteca (cinquantamila volumi) sono custodite molte opere d’arte di Palma il Giovane e Ricci, oltre ad un bell’affresco del Tiepolo.
Ancora oggi attorno alla chiesetta, ricostruita nel 1883 dopo un incendio, e al piccolo chiostro ferve un luogo di preghiera e di studio, essendo S.Lazzaro una vera e propria isola armena nel cuore della Laguna. All’interno c’è un bellissimo giardino.
L’isola di San Lazzaro fu occupata dapprima dai Monaci Benedettini (IX secolo), casa dei lebbrosi (XII secolo, ricevendo il nome di San Lazzaro mendicante, patrono dei lebbrosi), alloggio per malati e poveri (1500), dimora per i Domenicani espulsi da Creta (1600). Nei primi anni del ‘700 approdò sull’isola, con il permesso del senato della Serenissima, l’Abate Mechita di Sebaste, fondatore della comunità mekhitarista a Istanbul, che cominciò i restauri dell’antica chiesa e la fondazione del Monastero. La chiesa – dedicata a San Lazzaro – era stata costruita nel XIV secolo, ma si presentava in uno stato di abbandono. A poco a poco l’Abate la fece
rifiorire, costruì gli ambienti del monastero, il chiostro e i locali per la Pinacoteca e la Biblioteca, che vanta cinquantamila volumi e manoscritti armeni. Ben presto il monastero divenne un importante centro di spiritualità e di tradizione armena. Fin dal XVIII secolo si rese attiva una tipografia per la diffusione dei testi in armeno.
La comunità e i suoi edifici furono risparmiati durante l’invasione napoleonica; sebbene, infatti, l’imperatore avesse dato ordine di abbattere tutti i monasteri di Venezia, il 17 agosto del 1810, con provvedimento firmato e consegnato ai Padri alla vigilia della festa della Natività di Maria, decretò di preservare la comunità dei monaci armeni, in quanto il monastero venne considerato a tutti gli effetti una accademia di scienze e pertanto poteva godere della protezione dell’Imperatore. Dopo la caduta di Napoleone, nel 1814 Francesco I, imperatore austro-ungarico,
constatate le dimensioni ridotte del territorio rispetto alla crescente attività della comunità, decide di cedere un pezzo della Laguna a Mechitar per ampliare i possedimenti armeni, che raggiungono così una superficie di 15 000 m². Un’altra fase di espansione si avrà a metà del Novecento, quando l’Abate Serafino decide di ampliare l’isola, che raggiungerà così gli attuali 30.000 m², rappresentando ancora di più una piccola Armenia (l’attuale Armenia è di quasi 30.000 km²).

Possibilità di partecipare alla S. Messa (ore 11,00) in memoria delle vittime del genocidio armeno in occasione del centenario (1915-2015).



Data

Domenica 21 Giugno 2015 ore 08:30

Luogo

Isola dell’Unione, Chioggia