Taranto: Che non sia un’illusione

A trent'anni dalla morte di Enzo Tortora


Il Centro Culturale di Taranto è stato tra gli organizzatori di “Che non sia un’illusione“, la battaglia per la giustizia a trent’anni dalla morte di Enzo Tortora. Un momento importante di conoscenza e riflessione su una pagina oscura della nostra giustizia.
Centro Culturale di Taranto
13 hrs ·
L’archetipo dell’ingiustizia. Ecco cos’è stato per molti l’orrore giudiziario che travolse Enzo Tortora, popolarissimo giornalista e presentatore all’apice della carriera, quando nel giugno del 1983 viene arrestato con l’accusa, risultata poi del tutto infondata e calunniosa, di appartenere alla Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo. “E così una vita come la mia, tutta piena di una tensione morale addirittura puritana, stoica, di ferro, viene prostituita a parabola di malfattore”, scriveva sgomento dal carcere alla sua compagna Francesca Scopelliti. Una tempesta perfetta, in cui i pericolosi intrecci tra giustizia, informazione e politica, hanno travolto un innocente conducendolo nell’abisso della sofferenza.

Nel trentesimo anniversario della sua morte, il Centro Culturale di Taranto ha partecipato con entusiasmo alla realizzazione del convegno “Che non sia un’illusione – La battaglia per la giustizia a trent’anni dalla morte di Enzo Tortora”, promosso dalla U.G.C.I., Unione Giuristi Cattolici Italiani di Taranto, in collaborazione con il Lions Club – Taranto Aragonese, il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Taranto, la Fondazione Scuola Forense, il Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti della Regione Puglia, la Camera Penale di Taranto, la Libreria Mandese di Taranto.

Attraverso le relazioni dell’On. Avv. Raffaele DELLA VALLE (già Vice Presidente della Camera dei Deputati e storico legale di Enzo Tortora), del Dott. Benedetto RUBERTO (G.I.P. presso il Tribunale di Taranto) e del Sac. Prof. Domenico MARRONE (Direttore dell’ISSR “San Nicola il Pellegrino di Trani”), moderati dal giornalista Giuseppe MAZZARINO (Presidente del collegio sindacale dell’UNCI – Unione Nazionale dei Cronisti Italiani), è stata ripercorsa la drammatica vicenda, animando un’ampia riflessione sulle ferite ancora aperte nel sistema giudiziario.

Il celebre caso ha quindi introdotto la questione della sofferenza innocente, che certamente inquieta la ragione umana incapace di sottomettere tutto alla sua misura. Eppure, l’epilogo ha potuto documentare come l’esperienza del male incolpevole sia stata, anche per Enzo Tortora, l’occasione per entrare in rapporto con il Mistero d’amore; se è vero che perfino lui, fieramente “laico”, riprese il suo contatto con il pubblico televisivo nel febbraio 1987 con le celebri parole: «Dunque dove eravamo rimasti. Potrei dire moltissime cose e ne dirò poche. Una me la consentirete: molta gente ha vissuto con me, ha sofferto con me questi terribili anni. Molta gente mi ha offerto quello che poteva, per esempio ha pregato per me, e io questo non lo dimenticherò mai. E questo “grazie” a questa cara, buona gente, dovete consentirmi di dirlo. L’ho detto, e un’altra cosa aggiungo: io sono qui, e lo sono, anche per parlare per conto di quelli che parlare non possono, e sono molti, e sono troppi; sarò qui, resterò qui, anche per loro. E ora cominciamo come facevamo esattamente una volta».

Che non sia un’illusione, appunto; come campeggia su quella colonna di marmo del Cimitero Monumentale di Milano, in cui le ceneri del suo sacrificio, per sua espressa volontà, sono custodite insieme ad una copia della Storia della Colonna Infame di Manzoni, con prefazione di Leonardo Sciascia. A futura memoria.



Data

Venerdì 16 Novembre 2018 ore 19:00

Luogo

Aula Magna Giovanni Paolo II Opere Parrocchiali Santa Rita, piazza Santa Rita, Taranto