Il Papa e don Camillo

Novembre 12, 2015
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Papa Francesco nel suo discorso a Firenze durante il V Convegno Ecclesiale Nazionale ha invitato non solo i semplici sacerdoti ma anche i vescovi e cardinali presenti a guardare a Don Camillo, uomo di preghiera e, di conseguenza, vicino alla sua gente. Il ritratto forse più completo, certamente più recente e aggiornato del personaggio scaturito dalla penna di Giovannino Guareschi, lo fornisce il giornalista Fulvio Fulvi nel volume” Il vero volto di Don Camillo”, (Edizioni Ares).
Testo ricchissimo di spunti anche sulla figura del prete oggi, offre informazioni complete sulla predilezione che altri Pontefici nutrirono nei confronti del «santo» parroco del Mondo Piccolo.
Ecco che il solo apparentemente austero Benedetto XVI ha confidato di concedersi diverse volte un tempo davanti alla Tv proprio per vedere e rivedere la saga di Don Camillo e Peppone. E il cardinale Angelo Roncalli, futuro Giovanni XXIII, quando era nunzio apostolico a Parigi, fu pizzicato dal suo confessore mons. Scavizzi, all’aperto, seduto su delle scale, mentre rideva a crepapelle perché stava leggendo… Don Camillo.
Ma l’aneddoto forse più sorprendente, di certo finora inedito, nel racconto di Fulvi, l’incontro avvenuto fra Fernandel, l’attore che ha dato volto e gambe al nostro, e lo ieratico, solo apparentemente irraggiungibile Papa Pio XII. Un abboccamento voluto naturalmente da quest’ultimo e che si concretò il 18 gennaio 1953… Con dovizia di particolari l’autore fa rivivere le emozioni dell’attore francese che attraversando le stanze vaticane fu accolto dagli svizzeri con tutti gli onori e dai prelati quasi fosse uno di loro… E Pacelli, dopo il bacio dell’anello, gli confidò: “Vede, avevo desiderio di incontrare il prete più famoso al mondo dopo di me”.

Fernandel, ovvero Don Camillo. Don Camillo, sì, insomma, Fernandel… Sull’identificazione tra attore e personaggio sono stati spesi fiumi di inchiostro, ma in questo caso realtà e finzione si sono come fuse in un’unica identità, difficilmente distinguibile. Eppure Fernand Joseph Désiré Contandin, questo il nome intero del protagonista del presente libro, è stato come uomo, marito e padre, ma anche come attore, molto altro rispetto al prete burbero ma santo che la saga guareschiana gli ha cucito addosso rendendo insieme imperitura la sua fama.
Tutto comincia con il Don Camillo narrato da Giovannino Guareschi. Perché sono le sue storie che hanno disegnato il personaggio nella nostra im­maginazione, ma è un solo attore che in cinque memorabili film ce l’ha reso vivo, teatrale, carnale, e anche simbolico come una moderna maschera della commedia dell’arte. Ma chi era veramente Fernandel? Francese, sim­patico, bravo… e poi? E perché fu scelto proprio lui per questo ruolo di prete schietto, uno che ama il suo gregge, fuma il sigaro, sghignazza, me­na le mani e, soprattutto, dialoga con Gesù crocifisso?
I più «vecchi» se lo ricordano, oltre che nei panni del pretone guareschiano, in uno spot di Carosello in cui pubblicizzava con l’amico Cervi «un brandy che crea l’atmosfera». Ma pochi sanno della sua lunga carriera – più di 120 film all’attivo –, della famiglia a cui era molto legato, degli amici che frequentava, dei luoghi e del cibo del Midi che amava, della fede cattolica che aveva nutrito, con la semplicità propria del popolo, sin da piccolo nella sua parrocchia nel cuore di Marsiglia…

Fulvi Il vero volto di don Camillo
Edizioni Ares (pp. 200 – euro 15)
in collaborazione con Comune e Pro Loco di Brescello & la Fondazione paese di Don Camillo e Peppone
Con la Prefazione di Tatti Sanguineti & i Contributi del Sindaco e del Parroco di Brescello, di Alberto Guareschi, Giancarlo Giannini, Pupi Avati, Paolo Cevoli

Per informazioni, interviste con l’autore e materiali contattare:
Riccardo Caniato, 02.29526156 (int. 202) – 333.3584110, riccardo.caniato@ares.mi.it
Alessandro Rivali, 02.29526156 (int. 204) – 349.3344541, alessandro.rivali@ares.mi.it


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