LA GUERRA IN UCRAINA E LA «PROFEZIA PER LA PACE»
Il volantino di CL sulla situazione del conflitto ucraino. È un contributo offerto a tutti per comprendere il valore del giudizio di Papa Francesco e promuovere iniziative pubbliche di preghiera e confronto
Rivedi «La profezia per la pace»
«Quando il filo del dialogo si spezza si spalanca l’abisso di uno scontro che lascia sul campo solo sconfitti». Parole tratte dal volantino di CL “La guerra in Ucraina e la profezia per la pace” che è stato il leitmotiv dell’incontro del 20 gennaio scorso promosso dal Centro Internazionale con monsignor Paul Gallagher, Marco Tarquinio, Davide Prosperi e Andrea D’Auria .
«Vi invito ad accompagnarmi nella profezia per la pace – Cristo, Signore della pace! Il mondo sempre più violento e guerriero mi spaventa davvero, lo dico davvero: mi spaventa» (Francesco, Udienza a Comunione e Liberazione, 15 ottobre 2022).
Desideriamo sostenere con vigore lo sforzo che papa Francesco sta compiendo per trovare una via che ponga fine al terribile conflitto in Ucraina, che è una parte di quella «terza guerra mondiale così crudele» (13 novembre 2022) sulla quale il Santo Padre sta ponendo da tempo e senza risparmiarsi la sua preoccupata attenzione.
La ricerca instancabile della pace
Niente è più conforme della pace all’aspirazione profonda del cuore dell’uomo. Essa è un ideale che non può mai cessare di essere perseguito e che non è ingenuo o astratto: il Papa fa i conti con l’umanità nella sua interezza, con le sue miserie e le sue menzogne, la sua avidità e la sua pretesa di dominio; e allo stesso tempo non si rassegna alla guerra come conseguenza inevitabile delle tensioni fra le persone, i popoli e le nazioni. Occorre fare di tutto perché la guerra non sia l’ultima parola e la politica non si trasformi fatalmente nella prosecuzione della guerra con altri mezzi. L’Europa, che è stata a lungo il luogo forse più belligerante del pianeta, nell’ultima fase della sua storia ha mostrato – pur con tanti limiti e drammatiche ricadute – che ciò è possibile.
Non c’è pace senza giustizia
Il lavoro per la pace si svolge sempre nel «qui e ora», deve essere accompagnato dalla consapevolezza dei fatti e delle circostanze che caratterizzano la situazione. In questo senso non sono ammissibili dubbi sull’attribuzione delle responsabilità della guerra di aggressione all’Ucraina, così come sul fatto che non vi può essere vera pace senza giustizia.
Vediamo con preoccupazione profilarsi due rischi contrapposti: da una parte, che lo smarrimento e la paura prodotti da una guerra vicina e sempre più violenta non conducano a desiderare la pace, ma soltanto di essere lasciati in pace; dall’altra, che il necessario sostegno al popolo ucraino possa ridursi a strumento di «imperialismi in conflitto» (Francesco, 15 settembre 2022).
La guerra porta solamente morte e distruzione, cancella il riconoscimento fondamentale che l’altro è un bene. Esiste una strada possibile verso la pace nelle condizioni attuali? Sì, il dialogo. È una strada che può essere intrapresa subito, pur nelle tensioni che inevitabilmente permangono. Quando il filo del dialogo si spezza, quando i propri interessi diventano assoluti, si spalanca l’abisso senza fondo di uno scontro che lascia sul campo solo sconfitti e getta i semi di una futura e più feroce violenza.
Se dunque è giusto che l’Ucraina difenda la propria sovranità, respingendo con fermezza e con gli aiuti necessari l’aggressione russa, è decisivo al tempo stesso che si attivi la responsabilità di tutti i Paesi e di tutte le potenze coinvolte, direttamente e indirettamente, nel conflitto, affinché si riprenda o si inizi al più presto un dialogo tra le parti, in vista di un negoziato di pace in cui possa prevalere il realismo della giustizia, andando oltre gli schemi consolidati.
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