Conversazioni con Testori vuole essere un omaggio all’uomo, all’intellettuale, all’artista, a partire dall’omonimo libro-intervista di Luca Doninelli, in occasione del centenario della nascita di Giovanni Testori. Il testo del libro, voluto in prima persona da Testori stesso, è un vero e proprio testamento spirituale, un documento incomparabile sia dal punto di vista storico e culturale che da quello più strettamente umano. La voce e il carisma di Andrea Soffiantini – scoperto agli inizi proprio da Testori – restituiscono in scena i tratti di umanità più intima dell’uomo, dell’intellettuale e dell’artista, ridando volume alle sue molteplici sfaccettature. Riemerge, in questo modo, l’autoritratto che Testori ha voluto consegnare all’allievo prediletto Luca Doninelli, e che oggi, a trent’anni scomparsa del grande scrittore, permette di approfondire ulteriormente la sua figura, di immedesimarsi e di confrontarsi con il suo pensiero e con i risvolti più significativi della sua esistenza.
«La mia natura è di non aver casa […] eppure, a un tempo, non ho fatto altro che infangarmi, compromettermi sempre più con questa terra, questa città, queste persone – soprattutto i miei cari».
È un viaggio viscerale in compagnia di Testori, è il viaggio di Testori ed è il viaggio di tutti noi, inquieti, che andiamo e torniamo, ci fermiamo e ripartiamo, ci ribelliamo e ci abbandoniamo, mossi da qualcosa che capiamo e che non capiamo. È un viaggio in cui non ci si sente mai soli, in cui facilmente ciascuno riconosce in Testori la sua propria umanità «rabberciata», «sbrindellata», «piena di incongruità», e grazie a lui la ritrova, forse, più ricomposta, più unita, eppure non risolta. È un viaggio in cui, insieme a chi racconta, si è invitati a mettere da parte «gli “astratti furori”» dai quali spesso nella vita ci si fa prendere e a mantenere, invece, «il furore per cose concrete», coinvolgendosi con la materialità dell’esistenza, «spesso bassa, misera, ma tremendamente reale».
Le parole di chi ci restituisce Testori si alternano e si confondono con le sue – rocciose, infiammate, vive – che colpiscono con forza, lasciando un segno profondo, poco importa la conformità alle nostre idee. La sua è una parola che sfida la non dicibilità, è una parola spigolosa, magmatica, «barbarica», che rompe con i canoni borghesi del politicamente corretto; è una parola fatta di carne che squarcia la superficie e precipita nel «ventre del teatro», dove può finalmente essere detta e liberata completamente.
“Conversazioni con Testori” è un libro fondamentale per avvicinare e conoscere lo scrittore di cui in questo 2023 ricorrono i 100 anni dalla nascita. I dialoghi vennero raccolti da Luca Doninelli pochi mesi prima della morte di Testori, che ebbe comunque modo di leggerli e rivederli. Sono risposte a cuore aperto, in un clima di confidenza che invece di chiudersi in un’intimità, si spalanca in testimonianza pubblica, affascinante e libera. Testori davvero parla e “ci” parla da quelle pagine, che non sono documenti di una pur grande storia passata, ma arrivano a noi come pagine tutte al presente. L’adattamento di Giulia Asselta e la voce vera e profonda di Andrea Soffiantini restituiscono pienamente questa caratteristica delle “Conversazioni”. È un “a tu per tu” con Testori che calamita chi assiste allo spettacolo, in quanto riesce a restituire tutta l’energia umana contenuta nel flusso di questi racconti, che sono spesso toccanti e personali, ma che hanno una valenza ben più larga. La regia di Paolo Bignamini e la scena cosparsa di affettuose rovine domestiche restituiscono quella doppia dimensione costitutiva di Testori, di fedeltà e amore rispetto alla propria casa, ma anche di inquieto nomadismo. “Conversazioni con Testori” non è solo l’occasione per riscoprire Testori; è qualcosa di più: quasi un trovarselo di nuovo di fronte con tutta la sua affascinante carica umana.
Giuseppe Frangi, presidente dell’Associazione Giovanni Testori
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