La questione

DESERTO. Il romanzo di Mosè di Jan Dobraczynski

20 Febbraio 2021
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Tre cose colpiscono del romanzo DESERTO di Jan Dobraczynski. La prima è che la storia è Dio a guidarla e lo fa con chi lui sceglie, poco gli importa se sia un uomo di grande valore e intelligenza o un popolo sempre fedele ai Suoi comandi. Anzi risulta evidente che Mosè balbuziente e un popolo che vive lamentandosi sono il segno più evidente che è Dio a fare la storia. Si tratta di una sfida all’oggi in cui la mentalità comune cerca il politico perfetto o il programma perfetto dimenticandosi che a tessere la storia è l’uomo che riconosce la presenza di un Altro che lo chiama a percorrere nuove strade anche in situazioni difficili come quelle attuali.
La seconda cosa che colpisce nel cosiddetto romanzo di Mosè è il suo sguardo: lui che avrebbe tutte le ragioni per condannare e disprezzare i suoi più vicini, che avrebbe dovuto considerare il suo popolo traditore e complottista li guarda proprio mentre li deve lasciare andare con una tenerezza nuova, la tenerezza che viene dalla gratitudine a Dio per la storia in cui lo ha coinvolto, per quello che gli ha fatto vedere. E’ in Mosè il dominio del positivo su tutte le cose negative che gli sono successe.
Infine come terza cosa è la promessa di pace che il romanzo porta dentro di sè, una promessa di pace tra ebrei ed egiziani che arriva a noi, è la promessa di pace che ha portato Papa Francesco a firmare il 4 febbraio 2019 con il grande imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb il Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune.
Così il romanzo di Mosè è la testimonianza affascinante di un Dio presente, che opera con la sua misericordia e rende umano un popolo in quanto lo fa parte della Sua storia (Gianni Mereghetti)


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