La questione

Diario di una giornata al meeting

22 Agosto 2021
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Eccomi qui in quella che probabilmente è la mia unica giornata al Meeting 2021 . Immediatamente entrata percepisco il contraccolpo del ritorno in presenza con i volontari nelle magliette colorate che vanno in tutte le direzioni, il programma cartaceo , i primi incontri e saluti desiderati e commossi dopo tanto tempo. Gli spazi più larghi, l’allestimento alleggerito e la richiesta di prenotazione mi danno un senso di respiro ed essenzialità. Già sono pervasa dalla gratitudine, contagiata dalla letizia coscienziosa che incrocio negli sguardi, dalla serietà semplice del rispetto delle norme di sicurezza da parte di tutti. Mi piace questa cosa, la sento decisamente mia. Inizio alla grande con la mostra ‘ascolto’ di Pasolini. Caspita! Che cuore desideroso aveva quest’uomo. “Ad ogni modo questo è certo: che qualunque cosa questo mio urlo voglia significare, esso è destinato a durare oltre ogni possibile fine.” (Teorema) Pur amandolo da sempre mi è sembrato così nuovo, così nuovamente uguale a me. Ho pranzato con amici e visto altri amici girare intorno ritrovando la stessa familiarità di casa propria.

Poi sono andata all’incontro con il gesuita Orobator e il domenicano Candiard, due protagonisti della vita ecclesiastica a livello internazionale che hanno dialogato sulla fede e la sfida delle culture, tema drammaticamente attuale. Che simpatia ho provato nel sentir che il dialogo è “dire io per lasciare l’altro al tu di Dio”. Lasciate anche me a questo Tu!

Tra qualche altro saluto veloce, incontro con figli impegnati nel lavoro volontario e amici dei figli anch’essi impegnati nel lavoro volontario, mi avvio alla mostra sulle serie TV già incuriosita dalla scelta di quelle che più ho amato. Si concentra sui protagonisti di ognuna delle 6 serie proposte, evidenzia i desideri, la loro domanda di vita, significato e redenzione. Mi colpiscono tutti questi soggetti ,in ambienti e tempi molto differenti, tutti così drammaticamente protesi alla verità fino ad arrivare alla tenerezza di sé e dell’altro. Esco pensando, dopo due parole con i curatori, che devo fare questo lavoro insieme a loro!

Ho terminato la mia giornata qui in presenza ma continuerò a seguire da casa sicuramente per scoprire altro di me. Penso che finalmente siamo tornati alla forma di sempre ma noi, però, non siamo quelli di sempre. Non siamo migliori o peggiori, non lo so in realtà e forse non è così interessante saperlo.
Siamo feriti. Questo sì. Questo è interessante. E ringrazio di avere un luogo dove siamo presi sul serio.
Marika Pesaro


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