Happening Cremona 2019 con Gigi De Palo
“E se c’è questa vita? L’imprevedibile accade”
Parla chiaro, De Palo. Sa che oggi parlare di politica e famiglia risulta noioso, ma la colpa – assicura – non è solo dei media o delle lobby, quanto piuttosto di una narrazione vecchia e stantia di cui tanta parte del mondo cattolico si è fatta complice. Ecco perché il suo impegno ruota tutto intorno al tema della famiglia, per ridarle la dignità che merita. «Faccio proposte per migliorare la vita delle famiglie. È politica. Non è una parolaccia. Abbiamo raccontato la famiglia come qualcosa di triste e angosciante, mentre è l’avventura più grande. Idem la politica. È necessaria. Servono meno politici cattolici ma più cattolici in politica. E serve umiltà della semina: sono tanti anni che non si semina. Per poter incidere veramente a livello politico come cattolici e come famiglie, serve un lavoro lungo e paziente, perché il consenso – assicura – è direttamente proporzionale si piedi che tu riesci a lavare in un territorio. E serve una narrazione positiva di quello che viene fatto: questo sarà poi premiato con voti reali».
L’affondo è chiaro. «Questo manca oggi al mondo cattolico. Chi oggi è in politica come cattolico vive spesso la logica del santino, ma un seggio assegnato senza lo sforzo di un lavoro di medio-lungo periodo ti fa essere succube di chi quel seggio te l’ha dato e non costruisce nulla. Noi dobbiamo smuovere dal basso quelle leadership territoriali già esistenti e fare un’organizzazione con unico concetto, un’unica linea guida: quella del dare la vita». Racconta della sua, di famiglia. Del matrimonio con Anna Chiara, dei loro cinque figli, di cui l’ultimo – Giorgio Maria – è nato con la sindrome di Down.
«La famiglia è una bellezza che va raccontata. Io continuo ad amare mia moglie nonostante le litigate e desidero tornare da lei e dai miei figli ogni sera e so che un domani le mie figlie desidereranno essere amate dagli uomini così come hanno visto fare dal papà e dalla mamma. La bellezza della famiglia è quella di un luogo dove non si censura nulla, neanche le discussioni. Ma il problema è che oggi noi cattolici siamo sciatti, diamo sempre la colpa agli altri visto che il messaggio cristiano sembra sparire. Eppure siamo presentissimi in Italia: ci sono i corsi per il battesimo, la comunione, la cresima. L’88% dei ragazzi italiani si avvale dell’insegnamento della religione cattolica. Eppure non incidiamo più nella vita politica e comune. Perché? Perché – come dice sempre mia moglie – ci siamo concentrati solo sul ribadire concetti sacrosanti senza più portare però la concretezza della bellezza di una vita vissuta. E’ come ribadire che per fare il pane servono farina, lievito, sale, acqua e non far sentire più il profumo di quel pane che fa venire l’acquolina. Noi cattolici abbiamo fatto per anni l’elenco degli ingredienti ‘giusti’ per una famiglia, ma non abbiamo suscitato l’acquolina in bocca perché uno voglia formarla. Io ho scelto di sposarmi quando ho incontrato una famiglia con quattro figli FELICE. E ho desiderato, per invidia, che fosse così anche per me». Si può ripartire da qui. È un invito aperto a tutti, anche a Cremona. Nel solco di quel “voi non vi rassegnerete».
Maria Acqua Simi
(Fonte: TeleRadio Cremona Cittanova)
Sito della Diocesi di Cremona