E’ il titolo della mostra che racconta il percorso umano di Etty Hillesum che da una posizione scettica e irrequieta conquista una positività di fronte alla vita intera. La mostra che verrà presentata al Meeting di Rimini fa parlare questa giovane donna olandese che essendo ebrea sarà vittima della orrenda persecuzione nazista. Lei vive ad Amsterdam, avrebbe la possibilità di salvarsi, perfino di essere nascosta, ma sceglie di condividere il destino del suo popolo. Viene quindi internata nel campo di Westerbork da cui partirà su un treno di deportati il 7 settembre 1943 per Auschwitz dove morirà presumibilmente il 30 novembre 1943.
La mostra racconta il cammino che Etty fa di presa di coscienza del mistero della sua vita e in questo la sua capacità di riconoscere quanto sia bello vivere, qualsiasi sia la condizione in cui ci si trovi. È’ l’incontro con Julius Spier, allievo di Jung e psicochirologo, a far iniziare questo lavoro di scoperta del suo vero io. La vita affettiva di Etty e’ molto sensuale e complicata, convive con un vedovo, abortisce, si innamora di Spier, ma questo disordine sentimentale non bloccherà ciò che l’incontro con Spier aveva suscitato, la tensione a cercare la sorgente del suo io. Il Diario che lei scriverà forse perché consigliata da Spier racconta il suo affascinante percorso umano. Andando al fondo di se stessa Etty troverà Dio, un principio di vita che diventerà un Tu di fronte a cui inginocchiarsi, un Tu di fronte a cui stare e a cui rivolgere tutte le sue domande. Etty trovando Dio decide di dissotterrarlo perché è’ coperto da tanto male e da tante macerie. È’ il lavoro che la porta a distaccarsi dalla sua possessività e a trovare un nuovo e più autentico rapporto con la realtà, con gli altri e con le cose. La morte di Spier che avverrà il 15 settembre 1942 sarà un momento fondamentale nel suo cammino, di fronte all’amico morto lei capirà più profondamente ciò a cui lui l’ha portata, a prendere coscienza del senso della vita, che tutto regge per la presenza di Dio. Vi è’ una morte, ma l’orizzonte della vita è’ più ampio della stessa morte. Lo testimonia Etty nelle sue lettere ai molti amici che ha e con i quali si sostiene nel vivere il dramma del campo di internamento. Etty ha una parola per tutti, si dà da fare senza sosta per aiutare chi ha più bisogno, vince in se’ ogni tentazione di odio per la sua certezza che un mondo nuovo può nascere solo dall’amore, l’amore di cui parla l’ebreo Paolo nella lettera ai Corinzi.