Il meccanismo del Cristianesimo
Libertà e grazia in Charles Péguy e Flannery O’Connor
Capita a volte, e con una certa sorpresa, che emergano nella lettura assonanze
inaspettate tra autori distanti fra loro, che non si era mai pensato di collegare. E alcune di un’evidenza tale (quasi l’esperienza di una stessa risonanza interiore che si ripete) che non si può fare a meno di ricercarne un valore critico corrispondente, una validità non limitata al temperamento o alla sensibilità di chi legge. Com’è ad esempio tra Charles Péguy e Flannery O’Connor.
Lui, Charles Péguy, nasce a Orleans nel gennaio del 1873, quando il padre – di
mestiere, falegname – è già morto, ucciso dalle conseguenze di una malattia contratta nella guerra del 1870 contro i prussiani. Di lui rileggerà spesso l’unica lettera che sua madre conserva, scritta dal fronte. “Sono quelli più in pericolo a essere più coraggiosi”.
Péguy porterà il peso e l’onore di questo genere di coraggio per tutta la vita, offrendosi ad esso sempre volontariamente: come editore, incapace di adattarsi alle regole dell’economia e spesso prossimo alla rovina economica; in famiglia, con un matrimonio che sconta l’impeto di generosità da cui nasce (sua moglie dirà “Ho ricevuto Péguy dalle mani di mio fratello moribondo”); nella vita pubblica, sfidando chiunque pur di restare fedele alla verità del proprio percorso personale. In tutti i casi sempre attaccato all’unica cosa che gli interessi e che stimi preziosa, oltre ai figli e a qualche amicizia, che è la propria vocazione, il proprio ruolo nel mondo, quella precisa intenzione – come la ‘sua’ Giovanna d’Arco – di aiutare gli uomini, di salvarli dalla miseria e dall’ingiustizia e, poi, dalla dannazione eterna.
Morirà in guerra, il 5 settembre 1914, alla vigilia della battaglia della Marna, ancora temerario, ma con il diverso coraggio di chi si abbandona nella mani di quel Dio Padre cui si era permesso dar voce per raccontare quanto amasse gli uomini e la loro libertà, ancor più della loro salvezza.
Lei, Flannery O’Connor, nasce a Savannah, in Georgia, nel 1925. Dal padre erediterà il lupus eritematoso. Entrambi ne moriranno; Flannery, nel 1964.
Cattolica in un mondo tutto protestante, si forma più sul cattolicesimo europeo che sui propri contemporanei americani, del cui mieloso sentimentalismo sospetta. Con un atteggiamento simile, partendo per Lourdes con la madre, dichiara che mai riusciranno a costringerla a fare il bagno in quella vasca. Lo farà, invece, come scriverà lei stessa, non per le ossa malate,