La questione

Il volto e l’anima. Sant’Ambrogio

Il pastore che ci conduce indicando Cristo.

23 Novembre 2019
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Mercoledì 20 novembre, presso la Chiesa di San Pancrazio a Vedano Olona abbiamo ospitato la conferenza “Il volto e l’anima: Sant’Ambrogio” del giornalista e scrittore Luca Frigerio un’introduzione alla figura del vescovo Ambrogio attraverso i ritratti e le opere d’arte. L’evento apre gli incontri organizzati dall’Associazione Fiera San Pancrazio da novembre a marzo per promuovere la cultura attraverso l’arte nelle sue diverse espressioni (pittorica, architettonica e teatrale) e l’incontro con figure significative del nostro tempo (padre Lepori, abate generale dell’Ordine dei Cistercensi, e il professor Zamagni, presidente della Pontificia Accademia per le Scienze Sociali), impegnati a promuovere ideali di educazione e convivenza sociale basati sulla Carità.

Una conferenza che diventa un esaustivo percorso sul volto del vescovo Ambrogio, presentato anche nel libro del dott. Luca Frigerio, “Ambrogio. Il volto e l’anima”. Proprio l’immagine di copertina di quest’opera apre la riflessione sul vescovo milanese: è un piccolo tondo di circa 30 cm del Borgognone, conservato al museo Poldi- Pozzoli. In esso sono raffigurati tutti i simboli di Sant’Ambrogio: il pastorale, il bastone simbolo dei vescovi, che sono guida della Chiesa sulle orme di Cristo (il Buon Pastore), formato da un’asta dritta (la forza e la stabilità) e dal ricciolo che si ripiega su se stesso (il vescovo che si china sul suo gregge di cui è custode e protettore). Ambrogio indossa il palio, il nastro bianco con le croci nere donato dal papa ai metropoliti, che ricorda il legame di Ambrogio con la Chiesa di Roma e con l’Oriente; infine Ambrogio impugna il flagello, segno del suo rigore e della lotta contro le eresie, egli che si erge a difensore della fede e della Verità (in alcuni quadri anche Cristo impugna un flagello, per scacciare i mercanti del tempio, gli indegni.

Ambrogio ci guarda dritto negli occhi, ha la barba bianca, che nelle icone ortodosse diventa lunga e folta, simbolo di saggezza degna di venerazione. Se tuttavia si vuole conoscere il vero aspetto del santo, bisogna rivolgere lo sguardo al mosaico che lo raffigura in San Vittore in Ciel d’Oro nella basilica di Sant’Ambrogio: qui il vescovo indossa vesti di fine impero, abiti sacerdotali che ricordano la dignità senatoria. Il ritratto è realistico: orecchie a sventola, volto asimmetrico, un doppio sopracciglio che forse indica un difetto fisico… di Sant’Ambrogio possediamo le ossa e il confronto operato dagli studiosi ci mostra come questo ritratto corrisponda al reale aspetto del vescovo di Milano. Sant’Ambrogio non è però solo il pastore di Milano: è un personaggio politico un riferimento sociale, per questo il Bramantino, nella bellissima “Madonna delle Torri”, opera cinquecentesca conservata alla pinacoteca ambrosiana, ce lo presenta giovane, con poca barba, i capelli corti, il profilo di un capitano di ventura, mentre abbatte un uomo nudo, simbolo delle eresie; dal lato opposto dell’opera, l’Arcangelo Michele, capitano delle schiere celesti, abbatte il diavolo, raffigurato come un enorme e brutto rospo.

Molte sono poi le raffigurazioni di Sant’Ambrogio a cavallo, impegnato in una battaglia (per la tradizione è quella di Parabiago, in cui il santo sarebbe apparso accanto alla famiglia dei Visconti di Milano, garantendone la vittoria): l’intento è politico, rafforzare il potere della famiglia vincitrice, ma indica anche quanto la figura di Ambrogio sia legata alla città di Milano e come egli fosse visto energico e combattivo contro il male religioso e sociale: un soldato. Un guerriero della fede a difesa della città e della Verità. San Carlo Borromeo farà di tutto per cancellare quest’immagine bellicosa del suo predecessore: la pinacoteca di Brera ospita un quadro del Peterzano che raffigura Ambrogio privo di flagello, abbandonato sulle scale, mentre il vescovo, benedicente, è affiancato dai santi Gervaso e Protaso, difensori della fede, non soldati per la guerra politica. San Carlo si batterà inoltre perché non vengano più fatte raffigurazioni di Ambrogio con la barba: impegnato infatti nella riforma del clero, vuole ordine interiore ed esteriore, perciò richiede ai sacerdoti diocesani di essere sbarbati e con i capelli corti, in contrapposizione alla moda spagnola con baffi e barba che andava diffondendosi.

Il legame fra i due vescovi milanesi è innegabile, tanto che per la canonizzazione di San Carlo Borromeo nel 1610 verrà realizzato un dipinto ufficiale in cui l’aspetto del volto di Sant’Ambrogio si sovrapporrà a quello di San Carlo: un unico volto a guida e cura della città di Milano. Non può essere inoltre dimenticato il valore di Ambrogio come studioso (raffigurato mentre legge, per esempio, nell’opera di Masolino da Panicale a Castiglione Olona): gli antichi dicevano che gli scritti del vescovo erano dolci, nutrienti e corroboranti come il miele, tanto da essere considerato patrono degli apicoltori, ed ecco perché, soprattutto nel nord Europa, il santo è dipinto con un favo di miele. Affascinante oratore, Sant’Agostino ne seguiva le omelie e ricercava ogni occasione per incontrarlo, cogliendo i momenti in cui Ambrogio studiava come rare occasioni di confronto: Sant’Ambrogio leggeva a mente, per preservare la sua voce, poiché spesso afflitto da problemi di gola, e migliorare la concentrazione. Questo in un’epoca in cui tutti leggevano a voce alta, solo dall’umanesimo in poi si cambierà abitudine. E anche se dopo aver ricevuto il battesimo Agostino non vedrà più il vescovo milanese, molti sono i quadri che rappresentano i due santi insieme, per l’importanza che entrambi hanno all’interno della Chiesa.

L’immagine che testimonia meglio la figura di Sant’Ambrogio, però, è probabilmente all’interno del polittico di San Magno, opera di Bernardino Luini. In essa, Ambrogio, piegato in uno spazio stretto con flagello e pastorale, ancora una volta gira il suo sguardo verso di noi e indica con un dito Cristo. È Ambrogio il pastore che ci conduce. Il soldato che vince il male. La guida che ci porta a Cristo.

22.11.2019
SIMONA BRAMANTI

Vai alla pagina dell’evento che si è svolto il 20 novembre 2019


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