La nostra marcia di avvicinamento alla cima del K2 è partita all’inizio di Settembre quando, con un gruppetto di amici del Centro Culturale di Crema Stefan Wyszynski (o più semplicemente CCCSW), abbiamo avuto, in quel periodo, ancora la possibilità di vederci per una cena ed una chiacchierata insieme.
In quell’occasione ci siamo semplicemente confrontati sulle vacanze passate, come spesso accade in questi contesti, e alcuni dei presenti hanno cominciato a raccontare del Meeting di Rimini e della modalità nuova, diversa, virtuale con cui abbiamo partecipato a questa speciale edizione. Da subito è emerso il fatto che su una delle mostre proposte e più viste, quella sulla scalata al K2, sarebbe stato interessante fare un lavoro insieme e provare a presentarla nella nostra zona.
La mostra, in particolare, racconta la conquista del K2 da parte di una spedizione pakistana nell’estate del 2014. Una salita unica, realizzata a 60 anni dalla conquista italiana del 1954 con protagonista – tra i vari scalatori presenti nella spedizione in qualità di “portatori” – Michele Cucchi, scalatore e guida alpina della Val Sesia. Da quella serata alla presentazione pubblica avvenuta lo scorso 13 dicembre sono passati dei mesi, ma, ce lo siamo sempre detto, la ricerca della performance non è tra i nostri obbiettivi! …Siamo gente di pianura, con davanti campi di mais a perdita d’occhio in estate e distese di terra bruna e silenziosa d’inverno, ma capaci, come la gente di montagna, di fare un passo alla volta e per questo in grado di andare avanti tutti i giorni, procedendo lentamente, ma sempre avanzando!
Ma perché, a gente di pianura come noi, ha così interessato questa avventura alpinistica, al punto da desiderare di farla conoscere ad altri? Cosa ci ha acceso nella mente e nel cuore il racconto, straordinario per certi aspetti, di quella gente così apparentemente lontana da noi, appassionata di montagna e un po’ sognatrice?
Innanzitutto ci ha appassionato e colpito il racconto della strada fatta, cioè del percorso umano vissuto dai protagonisti e raccontato nella mostra. Un percorso che è un cammino vero e proprio, fatto di gambe, di cuore e di ragione. Che prende le mosse, nel caso di Cucchi, da un invito imprevisto e che poi, seguendo la dinamica di rapporti umani convenienti e convincenti (bellissima l’amicizia raccontata con Agostino da Polenza e con i pachistani), ti apre allo stupore della bellezza per ciò che c’è: siano i panorami mozzafiato e indimenticabili dell’Himalaya, siano i volti di quella gente con cui condividere il cammino e l’esperienza di aver messo in gioco la vita per il proprio desiderio. Come non desiderare per sé la stessa dinamica umana descritta in questo percorso?
Di conseguenza, ed è il secondo regalo del lavoro fatto insieme, ci siamo accorti, anche grazie alle generoso parole di Gianni Mereghetti nell’introdurci al perché di una mostra del genere al Meeting, che non importa che sia la cima di una montagna o le fatiche di tutti i giorni ad essere in gioco. Il vero punto di partenza per tutti, dentro le circostanze che ci sono date da vivere, è la disponibilità al cammino per andare a scoprire la verità del desiderio che si sente in cuore con chiarezza. Se si è disposti a questa fatica, accompagnati da “maestri” e amici, come anche Cucchi ha detto più volte durante la presentazione, ci si trova stupiti e grati di quello che ci è dato da vivere Così che, tornato dalla vetta, non si è ritrovato “svuotato”, come spesso accade
a chi compie imprese importanti (non solo sportive, diciamo noi!), ma pieno di una gratitudine e di una disponibilità a mettere a disposizione la sua esperienza ad altri, secondo le forme che gli vengono offerte dalla realtà (ad esempio l’aiuto concreto in questo periodo di pandemia alle persone pakistane del Parco del Karakorum).
Ed ecco l’ultimo regalo: ciò che stavamo scoprendo durante il lavoro di preparazione ci ha suggerito “il metodo” per offrire a tutti la presentazione della mostra del 13 Dicembre. La storia degli uomini si capisce solo dentro l’esperienza e la mostra, da questo punto di vista, è davvero il racconto per immagini di un cammino. Così abbiamo pensato di far vedere, via via, tutti i video della mostra accompagnati (potremmo dire “guidati” in questo caso) dallo stesso Cucchi che, rivedendo e rivivendo con noi quei momenti, ci ha condotto in vetta!
Così facendo abbiamo vissuto – o almeno abbiamo incominciato a percepire – lo stesso stupore per la bellezza che ha cambiato lo sguardo di Cucchi sulla realtà che ha scelto di vivere: la montagna e la gente che vi spende la vita.
Tu, io… che cosa desideriamo? E soprattutto con chi condividiamo i nostri desideri e da chi ci facciamo guidare in questo percorso? Perché tanto più un desiderio è grande e tanto più è evidente che per raggiungerlo bisogna farlo insieme a qualcuno.
La “camminata” fatta insieme a Cucchi, ed in particolare la bellezza e la fatica descritta, ci hanno rimesso davanti a queste domande, che sono per tutti: sportivi e non, giovani o anziani, per chi ha perso il lavoro o per chi – ironia della sorte – sta invece lavorando di più. Per questo la proposta di farla vedere ad altri è diventata una responsabilità ancora più chiara perché ciò che abbiamo scoperto è, appunto, per tutti!). Così, ci siamo detti che anche per noi lo stupore vissuto “in vetta” può diventar e l’occasione per mettere a disposizione la nostra esperienza, qualsiasi sia la condizione esistenziale e professionale in cui ci si trovi: ognuno ha il suo K2 da raccontare!
C’è una ricchezza in quello che abbiamo visto che non abbiamo ancora capito noi stessi fino in fondo, che ci ha sorpassato e rilanciato, ma noi non abbiamo fretta, un passo alla volta, al nostro passo. Ma che il passo sia deciso e desideroso di arrivare insieme alla cima!
Visita il sito del cccsw
e conosci tutte le modalità disponibili per vedere la mostra fino al 31 gennaio 2021!