Leggiamo insieme Dino Buzzati
Al Centro Culturale di Milano un ciclo dedicato al grande scrittore.
Un grande milanese venuto dalle Dolomiti, un autore che può portarci dentro la città, nella vita che abitiamo oggi, nel quotidiano e nel tempo immenso del desiderio e delle domande sul destino che sorgono dai fatti grandi e piccoli del mondo. Considerato un classico, Buzzati è letto nelle scuole, ispiratore di film, continuamente riscoperto dalle giovani generazioni.
Ogni incontro avrà al centro i suoi racconti, i suoi romanzi, i suoi articoli giornalistici fra cronaca e reportage, di volta in volta interpretati da diversi attori e commentati da un ospite che ci aiuterà a interrogarci sul nostro tempo.
Ascolteremo tra gli altri Antonia Arslan, Gianni Biondillo, Lucia Bellaspiga, Zita Dazzi, Ferruccio de Bortoli, Luca Doninelli, Lorenzo Viganò. E gli attori Angela Demattè, Antonella Morassutti, Antonio Zanoletti, Marino Zerbin, Andrea Carabelli, Laura Piazza, Matteo Bonanni e altri ancora.
“Dino Buzzati. Nella città contemporanea”, nasce da un suggerimento di Luca Doninelli – con il quale negli scorsi anni abbiamo affrontato la lettura integrale dei Promessi Sposi – e di Camillo Fornasieri. Alessandro Zaccuri, giornalista delle pagine culturali di Avvenire e a sua volta scrittore, ha ideato e realizzato il ciclo, nel quale alcuni dei temi più significativi dell’opera letteraria e giornalistica di Buzzati verranno discussi e ripensati nella prospettiva dei cambiamenti che la Milano di oggi e la convivenza è chiamata ad affrontare.
Gli occhi di Buzzati cercano di vedere, come le sue parole. Se il giornalista guardava con curiosità e ironia il suo tempo, fu profetico del nostro, così segnato da un inconfessato bisogno di significato. Buzzati si conferma dunque maestro del “segno”, in analogia con il tema generale del Programma 2020 del CMC: “Il mondo è una parola che rinvia oltre sé, l’invito a qualcosa di promettente”.
Più di ogni altro autore del Novecento italiano, Buzzati è infatti riuscito a esercitare sulla realtà il duplice sguardo del cronista e del narratore, in un’incessante alternanza tra motivi fantastici e osservazioni minuziose. Nella sua opera la quotidianità non è mai negata né contraddetta, ma trasfigurata in una dimensione essenziale che rimanda al simbolo, al mistero, al non detto che occupa una parte tanto importante nell’esistenza di ciascuno.
Uno sguardo così acuto e così libero non poteva fare a meno di aprirsi agli interrogativi della ricerca spirituale, che Buzzati ha praticato in forma tanto personale quanto innegabile. La preghiera al “Dio che non esiste” è il tratto distintivo della sua interiorità, nella quale il riconoscimento del male da cui il mondo è insidiato non è mai disgiunta da un tenace e paradossale inseguimento della speranza. Oltre che nella sua prosa (e nelle sue poesie “Scusi da che parte per piazza Duomo?” poco conosciute, che punteggeranno gli incontri del CMC), Buzzati ha trovato modo di esprimere questa dedizione visionaria nella sua attività di pittore e illustratore, nella quale rientra a pieno titolo anche Poema a fumetti, l’innovativa rivisitazione del mito di Euridice e Orfeo la cui versione teatrale è andata in scena di recente proprio allo Spazio Banterle. In apparenza povera di eventi esteriori, la sua biografia va dalla nascita a San Pellegrino di Belluno nel 1906 e la morte, avvenuta nel 1972 a Milano, la città alla quale resta legata la sua vicenda letteraria. Ma anche quando diventa una delle più note tra le firme del Corriere della Sera, Buzzati non dimentica mai la suggestione dei paesaggi di montagna, dove la natura si manifesta in tutta la sua bellezza e in tutta la sua durezza.
Vincitore del premio Strega nel 1958 con Sessanta racconti, Buzzati è stato uno dei più acclamati maestri del giornalismo novecentesco. I suoi racconti e i suoi articoli saranno la nostra guida per interrogarci sul vivere e sul destino, le dimensioni che penetrano con uguale forza il resoconto della cronaca e l’invenzione letteraria. Sarà l’occasione per mettere in dialogo il tempo di questo grande scrittore e il nostro, nella comune convivenza tra la sua e la nostra Milano.
Ecco allora Il deserto dei tartari, Il cane che aveva visto Dio, Il crollo della Baliverna, Nuovi strani amici, La fine del mondo, La famosa invasione degli orsi in Sicilia, le cronache della “nera”, i reportage dal disastro del Vajont e dalla tragedia di Albenga, il resoconto dello storico viaggio di Paolo VI in Terra Santa e tante altre pagine indimenticabili.
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