L’eroico nel quotidiano della famiglia Ulma, “i samaritani di Markova”
27 gennaio: Giorno della Memoria. Da anni il Centro Culturale Cara Beltà di Cinisello Balsamo collabora con l’Amministrazione comunale nelle celebrazioni, promuovendo eventi e incontri che hanno l’intento di documentare che il male e l’orrore non sono l’ultima parola, che c’è un’alternativa possibile per guardare anche alla tragedia della Shoah con speranza.
Le testimonianze offerte di un bene reale e vissuto possono così rendere anche la memoria del male fonte di una possibile ripartenza.
Quest’anno attraverso un incontro e una mostra è stata presentata la storia degli Ulma: l’intera famiglia polacca sterminata dai nazisti il 24 marzo 1944 per aver nascosto nella propria casa alcune famiglie ebree. Una scelta dettata dall’amore cristiano.
Una famiglia normale, contadina, felice, che ha considerato naturale vivere da cattolica, con fede, e uccisa appunto “in odium fidei”. I genitori Józef e Wiktoria con i loro sette bambini – l’ultimo dei quali partorito dalla madre per lo spavento mentre veniva uccisa – sono stati beatificati da papa Francesco il 10 settembre 2023. Per il loro gesto d’amore che ha origine nel vangelo sono stati soprannominati i “samaritani di Markowa”, il villaggio in cui vivevano. L’intera famiglia ha avuto anche l’onore più grande che lo Stato d’Israele concede ai non ebrei: sono Giusti tra le nazioni.
La storia degli Ulma è stata approfondita nell’incontro organizzato presso l’Auditorium Falcone e Borsellino del Centro Culturale Il Pertini di Cinisello Balsamo grazie a don Pawel Rytel Andrianik, professore della Pontificia Università a Roma, responsabile della sezione polacca di Radio Vaticana e autore del libro Uccisero anche i bambini. Gli Ulma, la famiglia martire che aiutò gli ebrei, edito da Ares. Don Pawel ha raccontato che il libro nasce da una gratitudine: “Sono particolarmente coinvolto da queste drammatiche vicende perché mio nonno è sopravvissuto avventurosamente al campo di concentramento di Treblinka. Si è salvato grazie ad una guardia. Mia nonna ha continuato a ripetermi che se mio nonno non si fosse salvato io non sarei nato. Ogni giorno sono grato per questo dono”.
Un esempio, quello della famiglia Ulma, non isolato e relegato nel passato, ma che ha spinto altri polacchi di allora e di oggi a fare altrettanto: ad esempio, in occasione della fuga degli ucraini dopo l’invasione russa del febbraio 2022 molti polacchi hanno accolto i profughi.
L’incontro è stato corredato da una mostra fotografica – allestita presso Il Pertini e visitabile fino al 2 febbraio – che approfondisce questa storia eccezionale pur nella sua normalità.
Una carrellata di immagini che ripercorre la vita e le esperienze di Józef Ulma, contadino, ma anche uomo socialmente impegnato, intraprendente (premiato dalla Società agricola locale per “gli ingegnosi alveari e le arnie di propria progettazione e costruzione”) e dalle molte passioni, tra cui proprio la fotografia.
Il suo archivio resta una viva testimonianza della quotidianità del suo villaggio. Una mostra resa possibile grazie al permesso dell’Archivio Ebraico dell’Istituto di Storia (AŻIH), Centro per le relazioni cristiano-ebraiche J. Heschel dell’Università Cattolica Giovanni Paolo II di Lublino (KUL), Il Museo dedicato alla Famiglia Ulma a Markowa (Ulmowie.pl, muzeumulmow.pl). L’incontro è visibile sul canale You Tube del Centro Culturale
Vedi le immagini della mostra fotografica
Paola Cinquanta