La questione

Quei nostri vecchi che si nutrivano di Dante

7 Febbraio 2021
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In questo anno dantesco, una piccola perla riproposta dalla rivista online ilFederalista. Si tratta di una vecchia trasmissione della Radio Svizzera italiana del 1980 in cui il nostro amico Claudio Mésoniat (oggi direttore editoriale del Federalista) aveva curato una trasmissione intitolata “Dante nelle nostre valli. Un importante quanto malnoto fatto di cultura” in cui aveva dato la parola a pastori, casari e contadini che documentavano la loro familiarità con la Divina Commedia.
Oltre che recitare qualche brano a memoria, queste persone poco istruite parlano del loro contatto con il testo dantesco e ci svelano, per lo più inconsapevolmente, aspetti del processo di memorizzazione e di comprensione che restano vitali per chiunque nell’approccio al testo: la memorizzazione favorita dal suono e dalla musicalità dei versi e poi, nel tempo, la comprensione, dentro un’unità tra suono e senso che anche il poeta e critico Giorgio Orelli, rileva in un breve intervento nella stessa trasmissione. Emerge anche un interessante dato. Il riferimento, per quella gente, a quei tempi, alla Divina Commedia come testo che sostituisce la Bibbia (ritenuta libro dei protestanti) quasi come una guida per il catechismo.

Ascolta il Podcast “Dante nelle nostre valli” nelle pagine de ilfederalista.ch


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