La questione

Sacra rappresentazione a Casale

23 Dicembre 2019
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È di anno in anno sempre più numeroso il pubblico che, seguendo l’invito a immedesimarsi con i pastori che vanno incontro a Gesù Bambino, accompagna le tappe del presepe vivente proposto dal Centro culturale Alberto Gai. Nel pomeriggio di domenica 22 dicembre, davanti al Teatro Municipale, la scena dell’annuncio dell’Angelo a Maria ha aperto la sacra rappresentazione, animata dal coro “Anima mundi” dell’Accademia Le Muse e dal coro di Comunione e Liberazione. Proseguendo lungo via Saffi, dove erano allestiti l’accampamento dei soldati romani e una locanda di Betlemme, il corteo è giunto in duomo, accolto dal vescovo Gianni Sacchi. Sul presbiterio, è stata rappresentata la Natività, con Francesco Toscano, di appena un mese, nei panni di Gesù Bambino.
«Perché facciamo il presepe?» chiede mons. Sacchi. «Perché abbiamo bisogno d’amore. Il presepio è il simbolo dell’amore, di quanto Dio ci vuole bene. Come dice san Paolo, Gesù non considerò un tesoro prezioso la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso assumendo la condizione di servo, divenendo simile a noi. Abbiamo bisogno di sentirci accolti, immersi nell’amore, per poterlo donare agli altri. E questo è l’augurio più bello che posso fare: che possiamo essere testimoni di questo amore, Dio ci ama così tanto da darci suo Figlio e non possiamo tenerci questa notizia dentro, lo dobbiamo testimoniare con la vita, con il dono di noi stessi, nelle nostre case, nelle nostre famiglie, con le persone che la vita ci fa incontrare.»

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