Un momento di dialogo, quello tra Fabio Cantelli e Carmine Di Martino sul libro di don Giussani uscito quest’anno. Un ping-pong di interventi per andare a fondo di quale sia la vera natura del cristianesimo
Alessandro Banfi 02.07.2021
È sul tema del cristianesimo come avvenimento che la serata organizzata dall’Associazione Centri Culturali e dal Centro Culturale di Milano, insieme alla Bur della Rizzoli, ha preso una svolta interessante e ha rappresentato un momento di dialogo vero, come non accade sovente. Da una parte Fabio Cantelli, scrittore e vice presidente del Gruppo Abele, dall’altra Carmine Di Martino, ordinario di Filosofia morale all’Università Statale di Milano, sono stati chiamati a presentare il libro di don Luigi Giussani, Attraverso la compagnia dei credenti (quinto della serie Bur “Cristianesimo alla prova”, lezioni e dialoghi di don Giussani agli Esercizi spirituali della Fraternità), stimolati da Caterina Pulcinella dell’Aic.
Cantelli ha raccontato brevemente la sua vicenda biografica, evocando un itinerario che lo ha portato dalla San Patrignano di Vincenzo Muccioli e dall’esperienza della tossicodipendenza agli studi con il filosofo Carlo Sini, punto in comune con Di Martino, fino al rapporto attuale con don Luigi Ciotti. Lo scrittore ha ricordato un momento di coscienza, a 17 anni, vissuto quindi da adolescente, quando si imbatte in uno scritto di Arthur Rimbaud, Lettera del Veggente, e nel verso che dice: «Je est un autre», io è un altro. «Questa frase», ha spiegato, «mi ha aperto una prospettiva inaspettata: questo altro è la vita che noi siamo». E ha concluso il primo intervento dichiarando: «Condivido un’esperienza provenendo da prospettive e da strade diverse».
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