E’ il titolo di un incontro online che si è svolto lunedì 7 marzo, organizzato dai Centri Culturali don Cesare Tragella (Magenta), Città Ideale (Pesaro) e Centro Culturale Shalom (Abbiategrasso).
L’incontro, presentato e coordinato da Emilio Mantovani, presidente del Centro Culturale don Cesare Tragella, ha avuto due ospiti significativi, Adriano Dell’Asta, vicepresidente di Russia Cristiana e professore dell’Università Cattolica e Don Mateusz Rachkalski, vice parroco in Beata Karolina Kozka a Rzeszow in Polonia, a ridosso del confine ucraino. E’ stato un incontro che ha avuto un filo rosso che ha tenuto unite due testimonianze appassionate e commoventi, la tensione a condividere il bisogno di un popolo comunicata da don Mateusz e la chiarezza di giudizio che ha espresso Adriano Dell’Asta con una ricchezza di ragioni. Ciò che ha colpito è la profonda unità che ha caratterizzato la serata, a segno che ciò che muove l’uomo è il cuore e la ragione, inscindibili e capaci di generare accoglienza e solidarietà. Così don Mateusz ha raccontato di quello che stanno facendo al confine, le loro braccia aperte ad accogliere chi soffre questa assurda guerra, Adriano Dell’Asta ha testimoniato quanto mai oggi si debba tornare ad usare la ragione per ripristinare la verità che è inquinata da tante falsità. Una cosa è risultata evidente dal dialogo di lunedì 7 marzo, che vi è un aggressore, il potere di Putin, e due popoli, quello russo e quello ucraino, che non vogliono questa guerra, due popoli diversi per lingua, tradizione, storia ma che si sentono fratelli e vogliono vivere insieme.
La speranza oggi sono le testimonianze di tanti russi e ucraini, soprattutto giovani, che in modo diverso vogliono essere fedeli al loro cuore e all’istanza di libertà che batte in loro: questo fa guardare al futuro con speranza, e Adriano Dell’Asta ricordando la storia del dissenso in URSS ha fatto riflettere sulla forza che muove la storia e che è più potente e incisiva di quella delle armi. La storia lo ha dimostrato e l’Occidente ha creduto che con il crollo del Muro di Berlino fosse finita la grande oppressione dell’uomo: i fatti di questi giorni dimostrano quanta grande sia stata l’illusione, bisogna ripartire da ciò che segna la storia, dall’amore alla verità in cui si possono ritrovare l’uomo e i popoli.
E’ questo un tempo di testimonianza: affrontare il dramma del popolo ucraino non è parlarne come in un salotto di intellettuali, è rispondere al bisogno di carità e di verità che grida il popolo ucraino.
L’incontro può essere rivisto al link https://www.youtube.com/watch?v=lmr8vpwvzng