La questione

Vivere senza menzogna. Incontri attorno a una mostra

Featured image for “Vivere senza menzogna. Incontri attorno a una mostra”

Un vecchio libro, «Arcipelago Gulag», uscito 50 anni fa, una vecchia mostra che risale al 2008, sono stati fonte di grande novità e stupore. La voce di un autentico testimone come Aleksandr Solženicyn supera le barriere del tempo e dello spazio.

Dal 24 marzo al 4 aprile 2025, presso il Centro Polifunzionale Studenti dell’Università «Aldo Moro» di Bari, si è svolta la mostra «Vivere senza menzogna: A. Solženicyn», a cura del Centro Interculturale Ponte ad Oriente di Bari. La mostra, presentata a livello cittadino, ha avuto circa 1000 visitatori ed era parte essenziale di un PCTO (attività formativa per gli studenti delle superiori) proposto a cinque scuole dell’hinterland barese, articolato in tre webinar formativi a carattere storico-letterario seguiti da vari incontri con le classi per la proposta dei contenuti, l’allestimento, la verifica attraverso un laboratorio di diario visivo e un’assemblea finale.

Motivazione della scelta di questa mostra, realizzata dalla Fondazione Russia Cristiana e presentata al Meeting di Rimini nel 2008, era la celebrazione dei 50 anni dalla pubblicazione di Arcipelago GULag. A dimostrazione di come un testimone di verità sia in grado di smuovere i cuori sono stati l’immenso lavorio – vero e proprio cantiere – che un gruppetto di persone «diversamente giovani» ha promosso e realizzato con molti studenti e la risposta, appassionata quanto imprevedibile, di tanti ragazzi e volontari che si sono avvicendati nella presentazione della mostra.

L’incontro come metodo

A documentare quanto accaduto cito alcune annotazioni scritte sul libro dei commenti alla mostra e vicende raccontate dai volontari. Scrive Marianna a chi le chiedeva che impressione le avessero fatto la mostra e il lavorare con noi: «Ho fatto esperienza di un “autentico incontro”. Spesso le nostre esistenze non ci permettono di soffermarci adeguatamente sulla valenza degli incontri, essendo un semplice crocevia di persone che entrano ed escono freneticamente dalle nostre vite senza aprire mai davvero delle porte interiori.
Quando un incontro reale avviene si scoprono invece affinità impensate con il prossimo, quasi remote, ci accorgiamo che esistevano da sempre e semplicemente le abbiamo riscoperte. Ritrovarsi (o meglio «incontrarsi») alle stesse profondità è raro. Tuttavia quando avviene, il possibile accade davanti ai nostri occhi e al nostro cuore. Tutto inizia ad acquistare un senso e ci facciamo piccoli per accogliere il dono dell’incontro finalmente avvenuto che, come un seme, ci è stato posto davanti al fine di essere custodito e poter germogliare».

Continua a leggere l’articolo di Fiorella Caradonna Moscatelli su LA NUOVA EUROPA


Condividi: