Il 12 febbraio 2016 ha preso luogo l’abbraccio storico tra Papa Francesco e il patriarca di Mosca, Kirill all’aeroporto dell’Avana a Cuba. “Abbiamo parlato come fratelli, abbiamo lo stesso battesimo, siamo vescovi. Abbiamo parlato delle nostre Chiese e ci siamo trovati d’accordo nel fatto che l’unità si costruisce camminando”.
Papa Francesco ha usato queste parole, espressione di uno stile ecumenico che ha sempre contraddistinto il suo Pontificato, al termine del colloquio privato con il patriarca di Mosca Kirill. “Abbiamo parlato chiaramente – ha proseguito Francesco -, senza mezze parole, e vi confesso che ho sentito la consolazione dello Spirito per questo dialogo. Sono venute fuori una serie di iniziative che credo siano fattibili e si potranno realizzare”.
Il patriarca di Mosca Kirill ha esordito sottolineando la “discussione fraterna”: “le nostre due Chiese possono lavorare insieme attivamente, difendendo il cristianesimo in tutto il mondo e affinché non ci sia più la guerra, affinché ovunque la vita umana sia rispettata e perché si rafforzino le fondamenta della morale della famiglia”.
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