AIC segnala “Nel giorno di Eva” progetto dell’Ensemble Amarcanto, diretto da Laura Amati, e di Roberto Gabellini, con la partecipazione di Laura Palmeri, dedicato a Eva, madre dei viventi, e a Maria, nella sua veste di nuova Eva.
Un’antica tradizione teologica, risalente ai primi secoli del cristianesimo, ama mettere in rapporto analogico Eva, la prima donna, la madre di tutti i viventi, con Maria, la nuova creatura, “porta per la quale venne al mondo la luce”. Se con Eva si sono chiuse agli uomini le porte del Paradiso terrestre, con Maria, che ha generato il Figlio di Dio, quelle porte si riaprono, proponendo agli uomini un nuovo destino di pace. Questa analogia tra le due ‘madri’ è anche alla base di una antica tradizione medievale secondo la quale, proprio la notte di Natale, ricorreva anche la festa di Adamo ed Eva. Questa tradizione si è espressa anche in alcune opere d’arte nelle quali l’albero del paradiso terrestre viene presentato come “albero della vita e della morte”. Ai suoi due lati, e separate da esso, troviamo infatti Eva, che ne coglie i frutti materiali e li distribuisce a coloro che si rivolgono a lei, e Maria, che invece distribuisce ai fedeli quelli spirituali.
L’immagine è diventata anche il manifesto dello spettacolo “Nel giorno di Eva”, presentato lo scorso 28 dicembre 2017 nella Chiesa Mater Admirabilis di Riccione, nell’ambito della rassegna “Dai cori al cuore”, promossa dall’amministrazione comunale.
Gli organizzatori lo hanno chiamato “Piccolo concerto di musica e poesia”. La poesia è quella di Charles Péguy che nella sua ultima opera Eva, pubblicata proprio il 28 dicembre del 1913, si fa interprete moderno di questa tradizione risalente ai primi Padri della Chiesa, dal filosofo Giustino a sant’Ireneo, fino al mistico poeta Efrem il Siro.
In questo suo lungo poema, Péguy fa parlare Gesù stesso che si rivolge a Eva come alla propria madre, con toni anche sorprendenti di grande compassione e tenerezza, mischiando continuamente i riferimenti alle due donne. Fino ad arrivare a rivolgersi a Eva sulla falsariga della preghiera alla Madonna: “Ave, o piena di disgrazia”.
Una tenerezza che si allarga all’umanità intera e all’intera creazione, passando dal lirismo che accompagna gli animali del paradiso al registro bonario e quasi comico con il quale descrive l’asino e il bue del presepe. “Il bambino alzava gli occhi alle due grosse teste, / seguendo con lo sguardo quei due grandi monumenti. / Loro lì vicino gli facevano le feste, / dondolando dal castello come piroscafi giganti.”
Il testo di Péguy è stato tradotto dal riminese Roberto Gabellini, che ha al suo attivo anche il poema “L’ultima marcia del tenente Péguy” e che di recente ha pubblicato la traduzione di due raccolte – Quattordici preghiere e Una Chiesa vestita di foglie – del poeta francese Francis Jammes. Gabellini firma anche la curatela dello spettacolo.
La musica è quella dell’Ensemble Amarcanto, diretto da Laura Amati, che da anni con passione si dedica alla ricerca e alla riproposizione di repertori di musica antica e popolare, sia italiana e che internazionale. Nello spettacolo di Riccione sono stati eseguiti canti di contenuto natalizio provenienti da diverse tradizioni nazionali (Galizia, Siria, America Latina, Francia, Italia).
La voce recitante è dell’attrice Laura Palmeri, di Riccione, proveniente dalle scuole del Piccolo Teatro di Milano del Teatro Eleonora Duse di Parma. Ha debuttato nel 2014 al fianco di Elisabetta Pozzi in Giovanna D’Arco e di recente ha partecipato allo spettacolo Nadia, presentato a Berlino nel giugno 2017.
E’ possibile prenotare una replica dello spettacolo. Per maggiori informazioni contattare la Segreteria di AIC