VIDEO: Luca Doninelli al #Meeting2016

Ottobre 17, 2016

AIC ripropone la visione del video dell’intervento dello scrittore Luca Doninelli sul titolo del Meeting per l’amicizia tra i popoli “Tu sei un bene per me”, svoltosi a Rimini, agosto 2016. Il «tu» è un dramma, dire «tu» è l’esperienza drammatica più elementare che ci sia. Per dire «tu» bisogna vincere qualcosa, abbattere un muro. Anche il nostro amico più caro può assumere il volto del nemico. La questione non si può risolvere, semplicemente perché «tu» siamo prima di tutto noi stessi. Noi siamo molto spesso i peggiori nemici di noi stessi, perciò David Foster Wallace dice che bisognerebbe «trattare noi stessi come tratteremmo un buon amico, un amico prezioso. O un nostro bambino che amiamo più della vita stessa». Una volta, nel 1979, io e quello che sarebbe diventato il mio più grande amico (ho avuto almeno quattro più grandi amici) facemmo un viaggio: due settimane a Parigi. Io studiavo in Cattolica, lui in Statale. Ci conoscevamo da poco, ma ci stavamo simpatici. La sera del secondo giorno bum!, scoppia una lite furiosa come solo due universitari possono fare: parlando di filosofia. Lui col suo esistenzialismo da Università Statale e io col mio neotomismo da Università Cattolica per poco non venimmo alle mani. E il biglietto di ritorno era prenotato di lì a dodici giorni. Dodici giorni d’inferno, penso tra me – cosa che deve aver ensato anche lui. Per due giorni non ci siamo parlati. Ecco che cos’era il nemico per me, in quel momento: non Hitler, non i comunisti o i fascisti, ma il mio amico. Il pensiero che mi aiutò allora è lo stesso di oggi: dovevo combattere la mia inimicizia, sperando che anche lui facesse altrettanto. Io sono il nemico, mi sono detto. Come feci a vincere? Una cosa su tutte: il ricordo di quello che avevo ricevuto, del privilegio che mi era stato accordato, o meglio: regalato. Ero a Parigi con un amico, a passare una vacanza inaspettata. Andavo a messa in St.Germain-des-Prés, passeggiavo lungo la Senna tra i bouquinistes, salivo le scale verso Montmartre, esploravo bellezze nascoste come Bagnolet o la Butte-aux-Cailles. La bellezza mi sovrastava. Avevo conosciuto una promessa di felicità che mi era stata donata senza che ne avessi alcun merito. Chi mi aveva donato tutto questo? Gesù Cristo era il suo nome. Gesù Cristo mi aveva insegnato che noi veniamo al mondo per essere felici. Questa era la vita. Una bellezza immeritata.
(Luca Doninelli, Notiziario Meeting, 22/08/2016)

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