Parma: Departures

Cineforum dal titolo "Crisi: l'opportunità di una rinascita"


Può la crisi divenire un’occasione di riscatto per la propria vita? E’ questa la provocazione che lanciano i tre film proposti in rassegna (Walk the line, The Company Man, Departures). Sebbene per cause e circostanze diverse, i tre protagonisti si troveranno, infatti, ad affrontare il dilemma di rimanere a piangere sulle ceneri della vecchia vita o di rimboccarsi le maniche per costruire una nuova esistenza.(Associazione Culturale Eliot in collaborazione con l’associazione sentieri del cinema)

Departures, Giappone (2008), regia di Yojiro Takita
Visti crollare i suoi sogni di musicista, il violoncellista Daigo è costretto a far ritorno nel paese natale. Accanto alla giovane sposa si darà da fare per trovare un nuovo mestiere. Le ricerche lo porteranno ad entrare in contatto con “un’agenzia di viaggi”. Recatosi al luogo del colloquio, apprenderà però che il viaggio che lì si vende altro non è che la dipartita dell’anima dal corpo. Inizierà così il mestiere di tanatoesteta, colui che prepara i cadaveri prima della cerimonia funebre. In principio odierà il lavoro ma pian piano, stando accanto al maestro Sasaki, apprenderà la dignità del suo agire. E quel dover stare quotidianamente di fronte al mistero della morte farà nascere in lui domande di senso che lo porteranno a rimettere in discussione tutta la sua vita, compreso il ricordo dell’odiato padre che lo abbandonò in tenera età. Pellicola vincitrice del premio Oscar 2010 per il miglior film straniero, Departures è un film praticamente perfetto. Yojiro Takita, regista che in patria è celebre per i suoi film erotici, eredita dallo sceneggiatore Kundo Koyama un’opera commovente che dirige con maestria. Tutti i personaggi sono al loro posto, funzionali al racconto e ben sviluppati, a cominciare dai tre assoluti protagonisti. Daigo, presente in ogni scena del film, ha un carattere complesso, uno spirito debole che si rafforzerà col tempo. Il ricordo del padre emergerà in diversi passaggi cruciali, diventando sempre più incombente (e lo spettatore non potrà che appassionarsi alle sorti del giovane). La moglie Mika è una ragazza tenera e forte, presenza gigantesca nella vita del marito. Quando scoprirà il suo nuovo mestiere, avrà umanamente paura: cercherà di fuggire ma l’amore che la lega a Daigo la riporterà indietro più forte di prima. Infine il maestro Sasaki, uomo dal passato doloroso, vuole essere presenza viva per i suoi clienti, vestendo i defunti con una cura e una grazia che comunicano speranza. Sarà lui a testimoniare a Daigo che in quel lavoro drammatico può risiedere la medesima poesia delle note del violoncello. Non si pensi a un film reso eccessivamente grave dalla materia trattata. La pellicola è ricca di momenti di vera gioia, persino di humour gradevole (anche se un po’ nero). Inoltre lo sguardo che generalmente è rivolto al mistero della morte, è colmo di speranza. Tutto il film ne è pieno: da ogni scena, da ogni dialogo emerge una letizia di fondo accanto ad un bisogno estremo di affetto. E le domande che si accumuleranno nel cuore del protagonista e dello spettatore, troveranno risposta in uno dei finali più commoventi di sempre. (Andrea Puglia)



Data

Giovedì 26 Aprile 2012 ore 20:45

Luogo

The Space, Barilla Center, largo Fausto Bocchi 29/a, Parma