Como: Oltre la ferita. La bellezza della nascita

Incontro testimonianza con Gianna Jessen


Incontro testimonianza con Gianna Jessen dal titolo “Oltre la ferita. La bellezza della nascita” promosso da Scienza&Vita Bassa Comasca, Centro culturale “Paolo VI e ProVita”, con il sostegno e l’adesione di numerose associazioni. Gianna Jessen è sopravvissuta ad un aborto salino tardivo (l’iniezione di una soluzione di sale nell’utero della madre che “brucia” il bambino), di cui porta ancora i segni di questa ferita – una paralisi cerebrale e muscolare che le ha reso difficile imparare a camminare – e, nello stesso tempo, testimonia proprio con la sua vita il dono prezioso che è la nascita.
Da qui la domanda che Gianna Jessen pone a ciascuno di noi: «Oggi un bambino è un bambino quando fa comodo. È un tessuto o qualcos’altro quando non è il momento giusto. Un bambino è un bambino quando c’è un aborto spontaneo. Un bambino è chiamato tessuto o massa di cellule quando avviene l’aborto volontario. Perché? Non vedo differenza. Che cosa vedete?».
Non possiamo allora non interrogarci su dove stia andando la nostra libertà quando si viola la libertà di un gruppo di cittadini indifesi, i nascituri, i neonati, i disabili e i cosiddetti “imperfetti”.

VIDEO DELL’EVENTO

Il 25 novembre scorso ci siamo ritrovati – terzo anno consecutivo – all’Auditorium del Collegio Gallio di Como per incontrare persone che hanno accettato di raccontare la loro esperienza nell’affrontare tematiche oggi drammaticamente in questione.
L’esordio fu il 13 ottobre 2014 con Costanza Miriano su matrimonio e famiglia (La famiglia, terzo incontro del ciclo Come si fa a vivere?).
L’anno scorso – 9 novembre – con Gianfranco Amato sul tema Chi è l’uomo? Realtà e desideri e sull’identità di genere.
Qualche sera fa con Gianna Jessen per una testimonianza sul dono prezioso della vita e sulla tragedia dell’aborto (Oltre la ferita. La bellezza del nascere).
Gianna ha raccontato, con modalità certamente inusuali, sprazzi della propria esistenza drammatica (sopravvissuta incredibilmente a un aborto salino per una serie di circostanze favorevoli).
Chi ha partecipato – oltre 700 persone, più della metà delle quali tra i 15 e i 25 anni – ha (ri)scoperto che si può dire un dignitoso “sì” alla vita anche nelle circostanze oggettivamente più faticose, che le ferite che ciascuno si porta dentro possono trovare un medicamento nel perdono, nella vita di fede, nella tenace obbedienza al fine ultimo della nostra felicità.
Vi è come un filo che unisce le testimonianze di questi tre relatori così singolari, così palesemente diversi, per storia, sensibilità e cultura; un filo che potrebbe riassumersi in alcuni punti fondamentali:
– la vita vissuta per davvero è dono di sé;
– vi è un compito per ciascuno che può orientare l’intera esistenza;
– la nobiltà dell’animo umano rischia sempre pubblicamente la propria testimonianza per amore del prossimo, senza ipocrisie o superbia;
– l’uomo cerca una risposta vera ai suoi desideri più profondi; la pienezza di questa verità è incontrabile quando s’incontra personalmente Dio nei suoi inesauribili itinerari.
Quanto accaduto in questi tre anni, con la collaborazione di una trentina di realtà associative, ci sollecita ancora di più a non smarrire il criterio di fondo del nostro sentire, pensare e agire: una cultura “pienamente umana” è una cultura capace di un giudizio ragionevole che arriva fino alla dimensione più profonda del cuore dell’uomo, al suo anelito per la verità, la giustizia e la bellezza.
E questo criterio nasce dalla millenaria tradizione dell’esperienza cattolica che non si è mai stancata di coniugare fede e ragione, che non ha mai confuso il sentimentale con lo spirituale, che nell’amare Dio ha sempre amato la realtà in tutte le sue dimensioni, che ha sempre innestato la carità nella verità. Perché, come disse Benedetto XVI, noi non possediamo la verità, ma siamo posseduti da essa («È la verità che ci possiede, è qualcosa di vivente! Noi non siamo suoi possessori, bensì siamo afferrati da lei», 2 settembre 2012).
Per questo è necessario e utile riguardare e approfondire le ragioni che sostengono la testimonianza della fede nel mondo, perché la nostra vita si spenda per il bene della società, per il bene di tutti.



Data

Venerdì 25 Novembre 2016 ore 21:00

Luogo

Auditorium Collegio Gallio, via Barelli, Como