Ciò che ci serve oggi. Amore non solo tolleranza. E chiarezza di Wael Farouq

Aprile 12, 2017
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AIC propone la lettura dell’articolo di Wael Farouq, egiziano e musulmano, docente di lingua araba presso la Facoltà di scienze linguistiche e letterature straniere dell’Università Cattolica di Milano, in relazione ai recenti eventi accaduti ai cristiani copti in Egitto.

Ciò che ci serve oggi. Amore non solo tolleranza. E chiarezza di Wael Farouq (Avvenire, 11/04/2017)
I cristiani copti sanno che oggi in Egitto andare in chiesa a pregare è un rischio. Daesh ha minacciato di bruciarli nelle chiese e, solo dieci giorni fa, le forze di sicurezza hanno disinnescato un ordigno proprio nello stesso edificio sacro che nella Domenica delle Palme ha subito uno dei feroci attacchi terroristici. Eppure, i cristiani egiziani continuano a recarsi in chiesa per pregare. La Domenica delle Palme è un giorno speciale per i bambini. Le madri, una volta, si divertivano a creare simboli e giocattoli con foglie di palma. Noi, bambini musulmani, ricevevamo corone, stelle e spade fatte con queste foglie, mentre i bambini cristiani portavano le croci. Li accompagnavamo in corteo fino alle porte della chiesa. Loro entravano per la Messa e noi ricevevamo qualche dolce. Poi, in attesa che uscissero, proteggevamo la chiesa da nemici e demoni invisibili con le nostre spade verdi.

Penso che la mia sia l’ultima generazione che ha vissuto questa gioia. In seguito, alla fine degli anni 70 del Novecento, il presidente Anwar al-Sadat ha aperto lo spazio pubblico agli islamisti e milioni di egiziani sono emigrati verso i Paesi del Golfo, verso società uniformi che non conoscevano il pluralismo religioso e non lo accettavano. È stato l’inizio della propaganda d’odio contro i cristiani in generale e quelli egiziani in particolare. In ogni quartiere c’era una moschea controllata dai propagandisti dell’islam politico. Sotto la protezione di Sadat e nell’indifferenza dei suoi successori, la propaganda contro i cristiani è durata quarant’anni. Gli sheykh dicevano ai musulmani che i cristiani erano «miscredenti», che non bisognava mangiare il loro cibo, non bisognava amarli. Dicevano: «Uccidono i vostri fratelli in Iraq, Palestina e Afghanistan». Dicevano: «Non fate gli auguri per le loro feste, non rivolgete loro il saluto».
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Scarica l’articolo in formato pdf (dalla rassegna di Tracce.it, 11/04/2017)


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