Concorso di poesie in dialetto lombardo “Il Solco”

Febbraio 14, 2017
Featured image for “Concorso di poesie in dialetto lombardo “Il Solco””

Domenica 12 febbraio 2017 si è svolta la cerimonia di premiazione delle poesie vincitrici della ventisettesima edizione del concorso per poesie in dialetto lombardo “Il Solco”, promossa anche dal Centro Culturale “Passamonti”. Le opere del concorso “Il Solco” di quest’anno sorprendentemente fotografano, con la chiarezza che solo la poesia possiede, lo stato di “crisi antropologica” in cui versa la nostra società, che presenta tratti e particolarità mai rilevati in altri periodi. Una crisi caratterizzata da una parte dal crollo di certezze che sembravano definitivamente acquisite e, dall’altra, dal prevalere di un “vuoto” sul quale è impossibile costruire una vita personale e una convivenza umana.
“…Finisce qui il nostro viaggio sull’uscio di una casa scura…”, “…Ha soffiato il vento stasera, ha spinto nubi grigie sopra la casa e nello sbattere l’ultima porta prima di andare via si è portato con sè un altro foglio di calendario.” Nulla pare avere consistenza e durata, così da far prevalere un’insicurezza e una paura che immergono l’uomo dentro una solitudine amara, alla quale cerca di sfuggire attraverso una duplice velleitaria tentazione.
Da una parte si aggrappa ai ricordi di un passato lontano, ma che non hanno la forza per reggere l’urto del presente “Anch’io sola cerco nel cuore nei giorni che sono passati qualcuno per poter chiacchierare…” Dall’altra cerca rifugio o nella fantasia, cioè in una proiezione virtuale che crea una realtà secondo la propria misura ma che, inevitabilmente, si rivela una terribile ed ingannatrice illusione: “questa strega d’una mia fantasia…”
oppure nell’estraniarsi dalla realtà stessa “Chiudo gli occhi e s’affollano i ricordi… adesso anch’io col pensiero sono in ferie… lontano!”
E’ come se tutto cospirasse a rendere impossibile all’uomo vivere il presente in tutte le sue complesse situazioni. Apparentemente sembrerebbe una situazione di non ritorno, un diabolico corto circuito a cui si può solo soccombere. Ma non è questo il nostro destino: la vita è più grande dei nostri pensieri e ci viene donata per sperimentare che la realtà non è un inganno ma occasione per cogliere la promessa di bene e di senso che la sottende.
“…finchè il giorno al suo risveglio mi appoggerà con lo sbadiglio del primo fiore sul prato della vita”. Ogni giorno allora per noi diventa una sfida per affrontare la realtà, dentro tutte le sue bellezze e contraddizioni, seguendo il desiderio che ci rende uomini, quello di “… di ascoltare il vento dei girasoli che ci sussurra nel cuore promesse di nuove primavere”. Anche di fronte alle brutalità che la storia umana può aver perpetrato, come evidenziato nella poesia “Binari vinton”, il desiderio rimane nella drammaticità dell’attesa di una risposta esauriente.
Il mondo che oggi viviamo può essere quindi descritto sinteticamente da questa frase dello scrittore Franz Kafka: “Esiste un punto d’arrivo, ma non una via; ciò che chiamiamo via è un indugiare”. Se la condividessimo l’unica via d’uscita sarebbe un nichilismo disperato. Al contrario noi vogliamo affermare che, dentro l’agone delle vicende quotidiane, il nostro cuore è fatto per una promessa di compimento, per incontrare qualcosa di presente capace di soddisfarlo. Qualcosa che accade qui ed ora su cui poggia il fondamento della speranza della vita.
Allora occorre imparare cosa è la speranza da chi la vive concretamente ogni giorno come ci insegna Papa Francesco: “La speranza non è ottimismo o buon umore, ma un’altra cosa: è non avere paura di vedere la realtà per quello che è e accettarne le contraddizioni… Ne abbiamo tanto bisogno in questi tempi che appaiono oscuri, in cui a volte ci sentiamo smarriti davanti al male, alla violenza e al dolore, ci sentiamo scoraggiati, perchè ci troviamo impotenti e ci sembra che questo buio non debba mai finire… La speranza è avere la certezza che io sto in cammino verso qualcosa che c’è, non che io voglio che sia; è l’attesa di una cosa che è già stata compiuta e che certamente si realizzerà per ciascuno di noi. La speranza cristiana è Gesù che fà il miracolo di rifare tutto, nella vita di ciascuno. E’ Cristo che rifà tutte le cose più meravigliosamente della Creazione: questo è il motivo della nostra speranza, quella che non delude!”
(Centro Culturale Don Ettore Passamonti)


Condividi: