Davide Rondoni a Verona per la Giornata Mondiale della Poesia

Marzo 16, 2017
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“La poesia come DNA del mondo: identità e tradizione nel mondo contemporaneo” è il tema della Giornata Mondiale della Poesia, che si terrà a Verona il prossimo 18 marzo 2017, promossa dall’Accademia Mondiale della Poesia in collaborazione con il Comune di Verona e la Regione Veneto.

La giornata sarà strutturata in due parti: durante la mattinata si terrà il concorso di poesia Tanka (letteralmente “poesia breve”). Nel pomeriggio, a partire dalle ore 17.00 si terrà un dibattito, introdotto dal poeta Davide Rondoni, che avrà come filo conduttore la poesia nella società contemporanea e al quale parteciperanno poeti e specialisti di fama internazionale.
Nella seconda parte del pomeriggio, si assisterà ad uno scambio di poesie fra culture diverse, a dimostrazione del fatto che la poesia è un potente mezzo di comunicazione che unisce le persone di tutto il mondo. A conclusione della giornata ci sarà uno spettacolo in omaggio a Charles Baudelaire .

Scarica la locandina con il programma

La poesia è una cosa naturale di Davide Rondoni – Presentazione della Giornata Mondiale della Poesia
Nel 1857, dunque 160 anni fa, esce un libro tremendo. il titolo – suggerito all’autore da un amico – è “I fiori del male”. L’ autore è un poeta discusso, un uomo – come tutti – discutibile, ma un genio: Charles Baudelaire.
Il libro secondo l’autore deve tene conto della “agitazione di uno spirito nel male”. E’ canzoniere magnetico è pieno di splendori e di contraddizioni. La vita dell’autore, Parigi e i suoi “spleen”, gli innominabili, le donne sperdute, il vino, gli amori, i gatti, le fascinazioni erotiche e gli antri di bettole e bordelli, sono protagonisti di una poesia che fissa in incanti e visioni l’anima contraddittoria dell’uomo. In quegli anni, più o meno, da noi un altro genio come Leopardi o Dostoevskij in Russia scrivono opere dove il tema del male affiora o addirittura si impone con le sue contraddizioni. Lo aveva fatto anche per uno dei maestri amati di Baudelaire, Edgar Allan Poe. Anche per questo Baudelaire ed altri poeti che in lui riconoscono un apripista – Rimbaud, innanzitutto ma anche Verlaine, Corbiere e altri – verranno indicati dallo stesso Verlaine in una celebre antologia come “I poeti maledetti”. Ma cosa rende questi poeti sulla scia grandiosa e misteriosa di Baudelaire dei “maledetti”? Lo dichiara subito Verlaine, dicendo che li chiamano così ma sarebbe meglio chiamarli “assoluti”. Si trattava di autori che rimettono in gioco il desiderio e l’ansia di qualche cosa di assoluto di un’epoca – di cui noi viviamo le propaggini estreme, stanche, confuse – in cui le ideologie dominanti vorrebbero costringere e risolvere il fenomeno umano e le sue contraddizioni dentro i confini e i poteri della scienza, della ideologia politica e del moralismo. In questo seno “I fiori del male” sono un libro “cristiano” come lo chiama il suo stesso autore. E rappresentano non soltanto una grande prova poetica che influenzerà tantissimi dopo (ad esempio Eliot e Montale) ma un fiore piantato come un pugnale nella nostra epoca che tende a farci “accontentare”. A questo meraviglioso incontentabile maledetto da ogni borghesia dello spirito, l’Accademia mondiale della poesia offre il suo libero omaggio.
(Davide Rondoni)


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