Bari: Uno sguardo redento
Il Centro Culturale di Bari ha organizzato l’incontro dal titolo “Uno sguardo redento”, testimoni di speranza in scenari di guerra. Nell’ambito del progetto Cent’anni dalla Grande Guerra, il Centro Culturale di Bari ha proposto un incontro con Padre Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa da più di nove anni, una tra le più significative autorità religiose nel mondo cristiano a Gerusalemme e nell’area mediorientale.
Presente non solo in Palestina, ma anche in Siria, Egitto, Cipro e Giordania, la Custodia gestisce chiese, parrocchie, scuole, opere e santuari in alcuni fra i posti più complessi e sofferenti dell’orizzonte storico contemporaneo. Padre Pizzaballa è dunque un testimone diretto della drammatica situazione di crisi che attraversa la popolazione di quei luoghi, in cui è sempre più messa a repentaglio una vera libertà religiosa, come attestano la persecuzione e le uccisioni di molti cristiani per la loro fede. Di fronte a queste sfide, solo uno “sguardo redento”, come lui stesso l’ha chiamato, può essere un punto di speranza a cui guardare.
Cronaca dell’incontro
“Custodi dell’esperienza cristiana” di Fabrizio Sinisi (Tracce.it, 29/04/2015)
Fra Pierbattista Pizzaballa è un uomo mite, sereno; parla con la calma priva di enfasi di chi pur vivendo quotidianamente in una situazione estrema non cede mai di una virgola al narcisismo. La Custodia di Terrasanta, di cui è responsabile da più di nove anni, è infatti presente non solo in Palestina, ma anche in Egitto, Cipro, Giordania e Siria. Invitato dal Centro Culturale di Bari ad un incontro pubblico nell’Ateneo cittadino, fra Pizzaballa – incalzato dal prof. Costantino Esposito – non fa sconti sulla gravità della situazione siriana: «Una situazione drammatica: le strade sono interrotte, mancano l’elettricità e l’acqua; cadono bombe ogni cinque minuti». «Aleppo», spiega, «è semidistrutta. La gente riesce ormai a calcolare dal suono dell’esplosione i metri di distanza dalla bomba. Le chiese e le moschee sono devastate allo stesso modo; mancano perfino i luoghi per ospitare gli sfollati».
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