Cesena: La Chiesa in dialogo con l’uomo moderno

Incontro con mons. Luigi Negri


Mons. Luigi Negri, vescovo di Ferrara, è intervenuto in occasione del trentennale del “Campo della Stella” di Cesena «Non esiste una magisterialità vera se non nel contesto di una paternità». Così ha esordito – stimolato dal titolo dell’incontro: «Patres et magistri» – mons. Luigi Negri venerdì 7 novembre nell’incontro del trentennale del Centro culturale “Campo della Stella” a Cesena, in cui ha sintetizzato con grande efficacia la densità degli ultimi pontificati. Il “filo d’oro” che lega Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco è
quello di un incontro-scontro con la modernità. Raccogliendo l’eredità dei predecessori (Pio XII, Giovanni XXIII e Paolo VI) e del Concilio Vaticano II, questi papi si sono protesi al dialogo con il mondo moderno, senza anatemi ma facendo propria l’icona del “buon samaritano”. In tale contesto il grande merito di papa Wojtyla è stato quello di capire che la fine delle ideologie, in cui la modernità si era condensata, poneva alla Chiesa la sfida della ripresa di una posizione missionaria. Centrale in tal senso il Convegno “Evangelizzazione ed ateismo” del 1980. in cui, constatando come l’uomo avesse resistito all’assalto dell’ateismo e ci si trovasse di fronte ad un innegabile risveglio religioso, egli
stimolava al grandioso impegno di tornare a rendere cultura la fede, perché potesse avvenire un nuovo incontro fra cristianesimo e uomo moderno. La dirompenza del suo pontificato non era data dai contenuti, assolutamente tradizionali (come per i papi che lo seguiranno), ma dalla modalità del tutto nuova con cui venivano comunicati. In tal modo Giovanni Paolo II è stato il papa del rinnovato incontro fra Cristo e il cuore dell’uomo che è fatto per desiderare la verità. Due le conseguenze fondamentali: fare in modo che la Chiesa ritrovasse la sua natura di movimento e far comprendere come la sua autorealizzazione accada nella missione. Di qui nasce la sua grande sensibilità verso i movimenti. È una Chiesa cosciente quella che può andare incontro all’uomo: per questo occorreva insegnare agli uomini cosa significa essere uomini e ai cristiani cosa significa essere cristiani, recuperando quella forza centrale dell’uomo che è la ragione, secondo
il grande insegnamento della Fides et ratio.
Il pontificato di Benedetto XVI non è comprensibile senza quello di Giovanni Paolo II: si è sviluppata fra di loro una sinergia straordinaria. Specifico di Ratzinger è stato sottolineare come il tema che sintetizza la novità del cristianesimo sia la carità, chiudendo in tal modo a qualsiasi possibilità di riduzione del cristianesimo. La carità come travolgente esperienza della vita di Dio (Deus caritas est) fonda un’antropologia nuova e definitiva. Allora di fronte all’insignificanza della vita la speranza cristiana, che è affidabile, fornisce la grande alternativa per l’uomo contemporaneo, che nella fede può trovare la chiave per
leggere tutto (Veritas in caritate), entrando anche nel merito della visione economica e politica. È in essa che viene valorizzato fino in fondo il cammino della ragione (discorso di Ratisbona e discorso scritto per la mancata visita alla Sapienza).
Ora siamo agli inizi del pontificato di Francesco, il papa che sta proiettando la Chiesa verso le “periferie dell’esistenza”. La straordinaria credibilità che questo papa si è guadagnato con il suo modo di essere dimostra – ha affermato in chiusura mons. Negri – che adesso l’incontro con il mondo moderno può trovare una realizzazione profonda e commovente.
(Centro Culturale Campo della Stella, Cesena)



Data

Giovedì 07 Novembre 2013 ore 21:00

Luogo

Salone di Palazzo Ghini, corso Sozzi, Cesena