Forlì: Le forze che cambiano l’uomo cambiano la storia
Il Centro Culturale “la Bottega dell’orefice” è stato tra gli organizzatori dell’incontro dal titolo: “Le forze che cambiano l’uomo sono le stesse che cambiano la storia”.
Sono intervenuti
Rodolfo Casadei, inviato di guerra del settimanale “Tempi”
Farhad Bitani, ex ufficiale dell’esercito afghano durante la missione ISAF
Cronaca dell’incontro
Domenica si è svolto l’incontro con Rodolfo Casadei e Farhad Bitani. In una sala gremita dal più di 200 persone Casadei ha raccontato la sua esperienza di inviato in Siria. Ha sottolineato come la guerra in Siria sia una guerra politica originata dalle primavere arabe e non una guerra di religione. In particolare ha raccontato l’esperienza vissuta ad Aleppo “La nuova Sarajevo” mettendo a confronto due foto, una scattata a luglio in una parrocchia di Aleppo e una scattata al Bataclan subito prima che i terroristi iniziassero a sparare. Casadei ha sottolineato come in entrambe le foto fossero presenti ragazzi “normali”, sorridenti ma con una sostanziale differenza. I secondi non erano consapevoli della morte incombente, i primi sì: questo è il cuore cambiato in cui Casadei si è imbattuto, esseri umani che sorridono di fronte alla morte, che hanno un senso per la vita e chi li sostiene come i loro parroci. Da questo nasce la carità reciproca. Bitani ha raccontato la sua infanzia di figlio di un generale di corpo d’armata dei mujaeddin cresciuto in mezzo alla violenza e ai cadaveri nelle strade. Con l’arrivo dei talebani per la sua famiglia le cose volgono al peggio. Un episodio decisivo accade una sera in cui, di nascosto dalla madre, si reca allo stadio di Kabul dove, come avveniva tutti i giovedì e venerdì, venivano tagliate teste o braccia ai condannati dal regime e venivano lapidate le donne. Lì vede un padre trascinare la moglie alla lapidazione portandosi dietro i figli in lacrime e nel suo cuore scatta qualcosa, emerge nel suo cuore quel “punto bianco” messo da Dio che, anche se non capisci perché (non hai mai visto un altro mondo) ti fa dire che quello non è giusto. In seguito giunge in Italia e comincia a vedere dei piccoli gesti da parte degli infedeli che inizialmente pensava di dover uccidere che lo cambiano. Come la madre di un amico dell’accademia militare che lo ospita per Natale. Farhad si ammala e la donna di notte si preoccupa e va a sentire se ha la febbre e lui si chiede perché un’infedele abbia tanta cura di lui. Comincia a capire che tutto quello che gli hanno raccontato del Corano e degli infedeli è falso. Decide di leggere il corano nella sua lingua (in Afghanistan era stato costretto a leggerlo in arabo) e cambia fino a rompere col padre e rimanere in Italia per dire a tutti quello che ha scoperto. Grazie ai cristiani sono diventato un musulmano migliore, dice. Quella madre, in seguito gli chiede: “ma davvero Farhad sei cambiato per quei piccoli gesti?” Riecheggia la domanda di Julian Carron: Ma noi crediamo veramente al fascino della Bellezza Disarmata? Sentendo la storia di Farhad non si può che rispondere sì.