Gallarate (Va): 100 anni fa. Giacometto Macchi

Tra un anno si celebrerà il centenario della fine della Prima Guerra Mondiale, l’evento bellico che stravolse i confini geografici d’Europa. Il Centro Culturale Tommaso Moro propone una mostra unica e particolare, dedicata ad un gallaratese, eroe dell’aereonautica militare ed un incontro per riflettere e per capire, senza pregiudizi, cosa significò questa tragica esperienza per il popolo italiano. 100 anni fa. Cielo di Tolmino. Giacometto Macchi, aviatore gallaratese, asso degli osservatori”.
Potremo conoscere di più e meglio Giacometto Macchi, gallaratese che visse in prima persona la Grande Guerra, con tutto l’ardore e la baldanza di chi cercava tenacemente qualcosa in cui credere, un valore per cui immolarsi, uno scopo “alto” per la propria vita. Sono gli anni del futurismo e di Gabriele D’Annunzio; anni intensi e particolari, prodromici all’avvento del fascismo. Con questa Mostra il Centro Culturale “Tommaso” Moro mette a disposizione dei gallaratesi
documenti, oggetti, fotografie aeree, libri, scritti, quasi tutti documenti inediti in quanto provenienti da collezione privata, tra cui il carteggio tra il “Vate” e il soldato gallaratese, a testimonianza della “fraternità militante” che li legava.
Giacometto Macchi, nasce a Gallarate l’11 luglio 1886. Le sue spiccata sensibilità e vivacità intellettuale lo avvicinano, fin da giovanissimo, al movimento dei futuristi. Conosce e frequenta personaggi del calibro di Marinetti, Sant’Elia, Soffici, Boccioni, Carrà e Keller. Rapporto particolare instaura poi, a partire dal 1918, con il suo comandante, Gabriele D’Annunzio, che lo vuole fortemente nella sua squadriglia aerea. Giacometto si era infatti distinto negli anni precedenti in grandi imprese.
Arruolatosi prima come volontario bersagliere, chiede poi di passare al Corpo Aeronautico Militare e viene assegnato alla “25a Squadriglia Bombardieri” come Ufficiale “Osservatore d’aeroplano”. 94 ricognizioni, 30 bombardamenti e 1352 fotografie del nemico, lo rendono presto famoso. Dei voli su Trieste si ricordano solo quelli di D’Annunzio, ma anche il nostro è protagonista, con il sergente Buffa di un’impresa epica: il primo volo notturno italiano su Trieste, compiuto il 1 novembre 1916 e ricordato per il gesto del saluto dal cielo alla città irredenta, con tre lampade – verde, bianca e rossa – effettuato sotto il tiro dell’antiaerea.
Nei giorni di Caporetto – e quindi proprio 100 anni fa – Giacometto Macchi ingaggia nei cieli di Tolmino, oggi cittadina Slovena, un epico combattimento con 4 ricognitori austriaci; pur ferito in più parti del corpo si spinge sull’ala dell’aereo per riparare i cavi del timone. Per questa azione viene decorato con la medaglia d’argento dal Duca d’Aosta. A guerra terminata viene insignito della “Military Cross” inglese, della “Croix de Guère avec palme” francese, della “Croix militare” belga, divenendo inoltre “Cav. Uff. dei SS Maurizio e Lazzaro e della Corona d’Italia”. Muore a Gallarate il 16 novembre 1976.
La mostra sarà visitabile dal 21 ottobre al 19 novembre presso il Cortile di Vicolo Prestino, Gallarate (Va), con i seguenti orari:
Lun-Sab 17:00 – 19:00
Domenica 10:00 – 12:30 / 17:00 – 19:00 e festivi
Info e Prenotazioni per visite scolastiche:
0331-797833 (ore pasti) cctmg@libero.it