Genova: Biotestamento
Il Centro Culturale “C. Peguy” organizza l’incontro dal titolo “Biotestamento. Ora che c’è una legge, abbiamo forse meno paura?”
La legge n. 219 intitolata “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento” del 22 dicembre 2017 è entrata in vigore dal 31 gennaio 2018 e deve essere applicata da tutti coloro che operano nelle strutture sanitarie pubbliche, private e non profit. Le modalità applicative per ora sono varie e tutte da verificare. Registriamo per ora la vicenda che ha avuto grande risalto mediatico della persona malata di SLA che viveva in Sardegna. Dibattiti e incontri si susseguono nel tentativo di comprendere le conseguenze culturali, operative e sociali della legge. Spesso questi incontri si sviluppano in un confronto-scontro tra fautori ed avversari della legge e delle suoi contenuti cardine (consenso, autodeterminazione, scelta, coscienza, ecc.), ed hanno come risultato il fatto che le persone che vi partecipano ne escano confermate nella propria opinione.
Ma cosa è cambiato in noi quando pensiamo alla malattia e alla morte ad alcuni mesi dalla approvazione di questa legge?
L’emanazione di questo testo è stata infatti percepita da molti commentatori come una conquista di civiltà. Essi ritengono che finalmente sia stato sancito – e perciò abbiamo tutti acquisito attraverso questa legge – il diritto di autodeterminazione.
Le persone malate, i pazienti che entrano in contatto con i medici, col personale sanitario e con il “sistema salute” hanno ora la facoltà di esercitare una possibilità che, sembra, in passato fosse loro negata: quella di determinarsi da sé, di decidere da soli, se non addirittura di essere padroni della propria vita (e anche della propria morte).
Abbiamo invitato due esperti – la Prof.ssa Lorenza Violini, ordinario di Diritto Costituzionale presso l’Università Statale di Milano – ed il Dott. Marco Maltoni, coordinatore della Rete delle Cure Palliative della Romagna – per inoltrarci in un percorso di comprensione di una legge in cui vi sono molte ombre e aree grigie.
Vorremmo innanzitutto domandarci e domandare ai nostri ospiti di illustrare in termini sintetici l’impianto della legge e di spiegare cosa significhino alcune parole (consenso informato, accanimento terapeutico, eutanasia, obiezione di coscienza, pianificazione delle cure), tanto presenti ma spesso confuse nel parlare mediatico, per poi addentrarci nelle valutazioni antropologiche, giuridiche e bioetiche.
Ci interessa riflettere e giudicare una legge che si occupa delle condizioni di malattia, del dolore e del fine vita e ragionare su questi periodi della vita che, per la loro particolare natura, rendono più cristalline e ineluttabili le domande esistenziali con cui ogni uomo deve confrontarsi.